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Vittoria Schisano |
di
Claudia Esposito
Vico Equense - Un percorso di sofferta autocoscienza di una donna che si sente "intrappolata" dalla nascita nel corpo di un uomo, percepito come "sbagliato". Da qui un lungo viaggio per appropriarsi di un corpo femminile, quello che ha sempre sentito come suo. Sogni, timori, fughe, lacrime, paure, smarrimenti, rinascita e caduta di maschere e ipocrisie. C'è tutto questo nel libro coraggioso "La Vittoria che nessuno sa", di Vittoria Schisano edito dalla casa editrice Sperling e Kupfer e presentato stamani alla libreria Ubik di Vico Equense nell'ambito degli eventi inseriti nel programma del Social World Film Festival. Una storia che parte con Giuseppe, giovane di Pomigliano che, pur amando la sua famiglia e la sua terra decide di abbandonarle entrambe per seguire la passione per il teatro portando con sè un segreto che all'inizio non ammette nemmeno con se stesso. Da qui il trasferimento a Roma, dove inizia a studiare recitazione e quel percorso interiore che la porterà a diventare donna nel novembre 2013, dopo mesi di cure. Un libro-confessione scritto in collaborazione con la giornalista Angela Iantosca per raccontare agli altri lo smarrimento di sentirsi in un corpo che appare una prigione, fino a quando non arriva la drastica decisione di abbandonare compromessi e ipocrisie per vivere in accordo col suo "sentire". Una storia di un sogno realizzato e raccontato con gli occhi ridenti e un sorriso radioso di quella che oggi è una donna bellissima e affascinante oltre che simpaticissima e ironica.
Vittoria, come è nata l'idea di scrivere un libro con la tua storia?
"È un libro di coraggio - spiega l'attrice - io credo che nella vita ognuno abbia un suo percorso, le sue transizioni, le sue battaglie, i suoi sogni e vogliamo che si realizzino. Se non si sogna, non ci sono traguardi".
Nel tuo percorso qual è stato il momento più difficile?
"L'ostacolo più grande è stato quello di confessare la realtà a me stessa. Dopo, una volta che ci si è detti la verità, la strada diventa in discesa. Ritengo sia un lusso togliersi la maschera, ma è solo così, facendoti conoscere veramente, che dai alle persone la possibilità di amarti o odiarti sinceramente per quello che sei. Ora sono libera e serena e quello che più conta è che sono in pace con me stessa".
La famiglia come ha vissuto la tua scelta?
"Io credo che i genitori debbano stare al fianco o un passo indietro ai figli, mai avanti, perchè vanno solo sostenuti. Per loro, all'inizio non è stato facile poi alla fine hanno capito che amavano l'immagine di un figlio maschio che nemmeno esisteva".
Giuseppe lavorava già nel mondo dello spettacolo: in tv ha preso parte a produzioni quali "Mio figlio" di Luciano Odorisio, e la di Canale 5 "Al di là del lago"; al cinema invece realizza "Tutto tutto niente niente" di Giulio Manfredonia, "Take Five" di Guido Lombardi, "La vita oscena" di Renato De Maria e "Perez" di Edoardo De Angelis. Quando poi nasce Vittoria, la sua carriera non ne risente ma anzi arrivano anche incarichi da testimonial e da fotomodella oltre che la prestigiosa copertina di "Playboy". Lavoro che anche oggi va a gonfie vele.