Lo incastrano un video e le intercettazioni con i familiari: «Si vede che sono io?» Arrestato macellaio con la passione del fuoco. Le intercettazioni dei parenti: «É tuo nipote che ha incendiato?»
Fonte: Fabio Postiglione da Il Corriere del Mezzogiorno
«Ho trovato un accendino, era sul muretto. Ma è tuo nipote che ha dato fuoco a tutto?». Sono due donne che parlano al telefono nei giorni dolorosi degli incendi sul Vesuvio. Nella loro voce paura e disperazione, ma anche rabbia perché le fiamme hanno quasi avvolto la loro abitazione e sanno di chi è la mano del piromane: il nipote. «Io ho visto tuo figlio con quello, tu lo fai rovinare. Lui non ha il cervello, oramai non c'è più». È la mattina del 14 luglio, le fiamme dalla zona Cappella di Torre del Greco sono attive già dal 6 sera. La scintilla è partita nella pineta poco distante e grazie ad un vento tortissimo le fiamme hanno devastato un'ampia parte del parco nazionale del Vesuvio. Canadair dall'alto e Vigili del Fuoco dal basso provano a domare le fiamme che hanno avvolto quasi diecimila ettari di vegetazione. «In quella zona si può entrare solo da casa di tuo figlio » , dice una donna alla madre del piromane. Ieri i carabinieri di Torre del Greco, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, diretta da Alessandro Pennasilico, hanno arrestato su ordine del gip Giovanni De Angelis, un macellaio di 23 anni, Leonardo Orsino. È lui uno dei responsabili del rogo che ha tenuto sotto scacco l'intera provincia di Napoli. Incastrato da intercettazioni telefoniche, da riprese video e attività investigative «pure», coordinate dal procuratore aggiunto Domenico Airoma.
Il giovane era cosciente di quello che aveva fatto e quando ha capito che per lui si metteva male ha pensato di scappare: «Non posso farmi arrestare cosi, io non mi faccio fare cosi. Se li vedo che mi vogliono prendere non posso farmi arrestare, perché io non mi faccio dieci anni di carcere», diceva. E invece ieri ha varcato la soglia del penitenziario di Poggioreale portato in manette dai carabinieri. L'accusa per lui è di incendio boschivo, ma le indagini sono tutt'altro che chiuse. Il movente ancora non è chiaro e potrebbe essere legato ai moltissimi interessi che ruotano attorno al parco o più semplicemente alla drammatica idea di vedere le fiamme distruggere tutto. Ma la Procura di Torre Annunziata ha subito dato un chiaro segnale a tutti: le indagini ci sono ed avranno la stessa forza devastante dell'incendio che in una settimana ha distrutto una buona parte del parco del Vesuvio. L'inchiesta è partita il 12 luglio grazie all'ascolto di diverse intercettazioni telefoniche per un procedimento diverso seguito dalla compagnia di Torre del Greco. Ascoltando le telefonate del nucleo familiare di Orsino si è compreso che uno dei loro parenti era coinvolto nell'incendio. E cosi, tassello dopo tassello si è arrivati ad individuare Leonardo che cercava conforto e protezione nei loro parenti che via via sono stati ascoltati dai carabinieri e intercettati con microspie: «Tu vai in galera, dice che hanno un tuo video». E lui risponde: «Si vede che sono io?». Negli incendi che la notte del 6 luglio si sono sviluppati a Torre del Greco, Leonardo Orsino poteva non essere solo ma accompagnato da un suo familiare di 15 anni: «Se rovina mio figlio lo ammazzo», dice una donna intercettata.
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