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giovedì 23 maggio 2013

Springsteen, i fan napoletani: «Chi non l'ha mai visto non sa cos'è un concerto»

Pink Cadillac: il popolo delle magliette in fila per i primi posti 

Fonte: Maria Chiara Aulisio da Il Mattino 

Giovanni Scognamiglio, 50 anni, elettricista, aspettava questo momento dal 22 maggio del 1997, giorno in cui il Boss si esibì al Teatro Augusteo. Un evento indimenticabile, assicurano i fan: Springsteen, richiamato dalle urla di centinaia di supporter, si affacciò da una delle finestre del teatro, sorrise, imbracciò la chitarra e cominciò a cantare mettendo su un vero e proprio concerto di strada. Emozione allo stato puro per chi, in onore di quella serata straordinaria, decise di fondare il primo e unico fan club di Napoli e dintorni. Da allora i Pink Cadillac, ovvero Scognamiglio & Co, ne hanno fatta di strada diventando un punto di riferimento per gran parte dei rockettari europei: «Non esiste un club ufficiale in nessuna parte del mondo - spiega l’elettricista napoletano - il nostro ”Pink Cadillac” è diventato uno dei più quotati, riceviamo richieste di iscrizioni da ogni paese. E adesso siamo tutti qui a Napoli». Uno solo lo slogan dei fan dalle «magliette rosa». Eccolo: «Nel mondo ci sono due tipi di persone: quelle che adorano Bruce Springsteen e quelle che non l’hanno mai visto in concerto», parola di Larry Katz. E a giudicare dalla quantità di giovani (e manco tanto) che hanno passato la notte in piazza del Plebiscito, sotto la pioggia, in attesa del Boss, a pensarla come il critico musicale americano sono davvero in tanti. In prima fila c’è Paola Jappelli, 49 anni, insegnante, vicepresidente dei «Pink Cadillac», speranzosa di poter consegnare al «suo» Bruce la cittadinanza onoraria di Vico Equense:
 
«In realtà il Comune lo ha già iscritto nel suo registro - spiega la Jappelli - manca solo la consegna ufficiale dell’onorificenza. Speravamo di poterlo fare in questa circostanza, purtroppo non credo sarà possibile ma non mancherà occasione». Nel luglio dello scorso anno, infatti, una delegazione dell’associazione ha consegnato nelle mani della rock star la lettera a firma del sindaco Gennaro Cinque in cui si attestava il conferimento della cittadinanza. Intanto, è pronta una targa d’argento con l’albero genealogico di Bruce dal quale emergono le sue origini campane. Parenti, ma non troppo. Tra i fan del cantante, al suo ottantesimo concerto, anche Antonio Zerilli, 48 anni, siciliano, che porta nome e cognome del nonno di Springsteen: «Se siamo parenti? Mah, probabilmente molto lontani, dobbiamo risalire forse a un trisavolo che dalla Sicilia si spostò in Campania. In ogni caso non è certo questa la ragione per cui lo inseguo in ogni parte del mondo». Antonio, con sua moglie Tita, è uno di quei fan irriducibili: «L’ultima volta l’ho ascoltato solo dieci giorni fa a Stoccolma, un concerto straordinario, quest’inverno lo abbiamo raggiunto addirittura in Nebraska». La formula è decisamente quella giusta, viaggio di piacere con annesso concerto: «Certo, - prosegue Antonio - unisco l’opportunità di visitare un posto nuovo a quella di partecipare a un evento musicale del grande Bruce». Già, perché - volendo ribadire il pensiero del critico musicale Larry Katz - pare proprio che vedere il Boss suonare e cantare dal vivo sia uno spettacolo fuori dal comune. E Zerilli conferma: «Mi piace perché riesce ancora a emozionarmi, le sue scalette sono sempre diverse, ogni performance è irripetibile. Io la chiamo la ”brucellosi”, un virus che se ti prende non ti molla più». Cappelli, zaini e tanti ombrelli: «Noi da qui non ci muoviamo», aggiunge Giovanni Scognamiglio che ha preso posto in piazza del Plebiscito ieri sera poco prima delle venti e andrà via solo oggi al termine del concerto: «Abbiamo il dovere di accogliere i nostri fan in arrivo da tutta Europa - dice il presidente dell’associazione - d’altronde un evento del genere val bene una notte in bianco». L’appuntamento per tutti è in piazza Trieste e Trento, accanto a un lampione all’ingresso della Biblioteca nazionale su cui è fissato un manifesto del Boss: «Saremo un migliaio, - conclude il leader dei ”Pink Cadillac” - lui ormai ci conosce e anche stavolta aspettiamo il suo saluto. Vedrete, lo farà».

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