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sabato 24 agosto 2013

Marijuana, si cerca la vedetta del Faito

È l’uomo che vegliava la piantagione di cannabis seduto su un albero a strapiombo sul Golfo 

Fonte: Rosa Benigno da Il Giornale di Napoli 

Castellammare di Stabia -.C’è un’intera “filiera della marijuana” che opera a Castellammare di Stabia, ribattezzata ormai la Giamaica del Sud Italia. È un’industria non registrata alle camere di commercio, che lavora esentasse e che distribuisce ricchezza a larghe mani. Chiede in cambio solo fedeltà e silenzio. Il giro di milioni di euro è garantito dalla pax-camorristica raggiunta per consentire il possente flusso di denaro, come prova il rinvenimento, in poco più di un mese, di quattro piantagioni di “cannabis sativa” ben coltivate e custodite sul monte Faito. La consegna del silenzio, quindi, è la prima regola imposta a chi si aggrega al nuovo cartello dei clan Di Martino-D’Alessandro. Ed è certamente silenzioso e atletico l’uomo-vedetta che ha sorvegliato per mesi la piantagione scoperta dagli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia, guidati dal vicequestore Francesco Mainardi, appena tre giorni fa. Sopra un albero del Faito, una pianta scheletrica nata e cresciuta sul fianco di un dirupo, è stata adibita a “torretta d’avvistamento”, dotata di un sediolino grigio, di quelli utilizzati nelle sale d’attesa di una volta, montati in fila su una canna di ferro, ha accolto un “fedelissimo” osservatore. Collocare quella rudimentale seduta sull’albero è un lavoro da pochi. Occorre salire e scendere con grande agilità, ed è impensabile utilizzare una scala sul terreno franoso e scosceso dell’area sorvegliata.
 
Quanta manovalanza richiede la coltivazione, la cura, l’essiccamento e il confezionamento di 2mila piante di marjuana? Se lo stanno chiedendo in queste ore anche gli 007 della polizia di Castellammare di Stabia. Se i clan rirescono a mobilitare molte risorse umane vuol dire che la città intera sta subendo una pericolosa mutazione. Da roccaforte operaia a centrale di produzione della droga. Sarà questo il destino di Castellammare di Stabia, dopo avere subito la desertificazione industriale? Per gli investigatori la partecipazione degli stabiesi ai traffici dei clan è ancora un fenomeno embrionale. Ma quattro piantagioni ritrovate dal 18 luglio al 21 agosto non possono che preoccupare chi amministra un territorio che dalle istituzioni e dalla politica non ha ricevuto finora risposte convincenti.

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