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sabato 3 maggio 2014

Flora Beneduce: “Caterina Volpicelli. Io testimone privilegiata di un miracolo”

Il primario presente all’intitolazione alla Santa dei Poveri della piazzetta di san Liborio

Piano di Sorrento - “Il ricordo non sbiadisce le emozioni, ma le rinnova e le arricchisce. Ieri ho rivissuto quella sensazione di gioia fremente e responsabilità che avevo già conosciuto durante la cerimonia di canonizzazione di Caterina Volpicelli, proclamata santa da Benedetto XVI nell’aprile del 2009. Fu un giorno commovente e denso, che ha rappresentato per me e per la mia vita di fede un’epifania. Mi sono sentita strumento di un disegno divino e ne ho raccolto l’onore e l’onere”. Così Flora Beneduce, perito nel Tribunale ecclesiastico per la canonizzazione della “Santa dei poveri”, racconta l’evento di intitolazione a Caterina Volpicelli della piazzetta antistante la Cappella di Santa Maria delle Grazie nel borgo di San Liborio a Piano di Sorrento. Dopo l’arrivo dell’Urna con i resti mortali della Santa e l’accoglienza nella piazza di Mortora da parte delle autorità civili e religiose, l’Arcivescovo della diocesi Sorrento-Castellammare di Stabia, monsignor Francesco Alfano, ha celebrato l’Eucarestia e, infine, si e tenuta una fiaccolata molto suggestiva per le strade della borgata. “Nel 2004 l’arcivescovo della diocesi di Sorrento – Castellammare di Stabia, monsignor Felice Cece, mi conferì il compito di istruirne il processo di santificazione della Beata Caterina – ricorda la dottoressa Beneduce, diabetologa e primario di Medicina generale e Pronto soccorso degli ospedali riuniti della Penisola sorrentina -. Il diritto canonico, infatti, prescrive che, per poter definire miracolosa una guarigione, un medico, di alta professionalità e di provata fama ed onestà, assista al processo. Quel compito fu affidato a me.
 
Dovevo occuparmi dell’indagine sulla guarigione miracolosa di Teresa Ruggiero, una 82enne di Meta di Sorrento, affetta, da oltre vent’anni, da diabete mellito tipo 2 in trattamento insulinico, attraverso documenti sanitari e esami di testimoni ancora viventi. Gli atti riportavano che la donna, il 20 marzo 2002 si svegliò con una fitta dolorosissima al tallone destro, dove si era formata una piaga ulcero-necrotica infetta che le procurava dolori lancinanti. L’anziana, devota alla Beata Caterina, la supplicò con fede affinché quella sofferenza insostenibile passasse. Dopo un calvario durato un mese e l’ipotesi avanzata dai medici di una imminente amputazione, il 21 aprile 2002 Teresa riuscì finalmente a dormire e, al risveglio la piaga era asciutta ed era svanita l’ulcera, insieme con il dolore. La donna era guarita. Così, sul caso fu istituita una inchiesta diocesana presso la curia di Sorrento. Io fui nominata capo della consulta medica. Mi sentivo investita di una responsabilità enorme e lavorai con scrupolo e abnegazione, studiai dichiarazioni, testimonianze e testi. Giunsi alla conclusione che si trattava di guarigione improvvisa, che non aveva alcun fondamento medico-scientifico. Si trattava di un miracolo. E io ne fui testimone privilegiata. Ecco perché oggi si rinnova la commozione: perché la fede copre questi spazi bianchi che sembrano non aver senso e che, invece, sono gli spazi che Dio progetta per manifestarsi”.

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