Pompei - Mario Riso, il batterista fondatore del progetto Rezophonic è stato premiato ieri sera a Pompei con l’Italian Movie Award «per l’impegno sociale verso il tema ambientale e per la qualità del progetto discografico, in particolare per il brano “Dalla a me (io sicuramente non la spreco)”». Ecco di seguito l’intervista a Riso realizzata dal regista Carlo Fumo, direttore artistico del Festival.
Com’è nato questo progetto?
Ho fondato questo progetto perché sono stato in posti dove le persone rischiano di non riuscire ad arrivare al giorno dopo. Lì ho riflettuto su tante cose della mia vita. Ho suonato in oltre 150 dischi italiani, da Gianluca Grignani, a Jovanotti passando per la Pfm, tantissime band che mi hanno fatto felice ed hanno fatto sì che il mio sogno si realizzasse. Allora per me scoprire che ci sono tante persone che non hanno neanche la possibilità di sognare mi ha fatto riflettere, mi ha fatto costruire questo progetto. Con il primo disco abbiamo parlato dei pozzi in Africa, perché questo è uno degli aspetti che portiamo avanti, con il secondo abbiamo parlato di acqua che è un problema anche in tante zone italiane, dove è razionata. Questo terzo disco parla di spreco, che non ha giustificazioni: basta un po’ di attenzione e la nostra vita potrebbe migliorare. Non è vero che non possiamo fare a meno del superfluo. “Dalla a me, io sicuramente non la spreco” è un doppio senso, una provocazione, che nel videoclip ha coinvolto un sacco di amici del mondo della musica e della comunicazione, da Rocco Siffredi a Pippo Baudo, Nino Frassica, Xavier Zanetti, Marco Materazzi.
Oltre al successo artistico, cosa ti aspetti da “Dalla a me”?
Da quando ci siamo uniti con la nazionale del rock, che non finirò mai di ringraziare, chiedere agli altri di aiutare le persone meno fortunate donando tempo e soldi diventa una ricchezza e non tutti se lo possono permettere, quindi per me è importante iniziare a riflettere sulle piccole cose, sul fatto che con questa canzone facciamo riflettere tanto su alcune cose. Ad esempio ci lamentiamo di non avere la casa più grande, l’auto più potente e magari vogliamo cambiare tante cose. Ma quelle cose che vogliamo buttare, che per noi sono obsolete, per altri sono un “sogno”. Quindi dobbiamo imparare a valorizzare tutto ciò di cui disponiamo. Dobbiamo andare un po’ controcorrente, contro la legge del marketing, che ci rende schiavi per qualcosa che in realtà non ci serve.
Sotto il profilo musicale, cosa ha ispirato “Dalla a me”?
“Dalla a me” è stata, a livello musicale, la voglia di fare “crossover”: unire diversi mondi artistici e musicali e metterli assieme per qualcosa di speciale. Ho unito il mondo del rock, nella base suonata, ho unito l’hip hop, ci sono persone incredibili come Jack La Furia dei Club Dogo piuttosto che Caparezza, il Piotta… Ciascuno ha vissuto il tema dello “spreco” in modo personale, dal profilo di chi ha l’esigenza di comunicare qualcosa.
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