Sorrento - «E’ la dimostrazione che nonostante tutto, in penisola sorrentina, si continua a pensare soltanto a se stessi invece di avere un’ottica comprensoriale. Si bada al proprio orticello a dispetto delle annunciazioni circa progetti consortili. Non faccio troppi giri di parole. La penisola ha dimostrato incapacità e gravissima miopia politica. Spero che le cose cambino in fretta ma sono sincero, non vedo soluzioni».
Giuseppe Stinga è un fiume in piena. Il vicesindaco del Comune di Sorrento va all’attacco, si sfoga. Non ha mandato giù il clamoroso flop della penisola che, per le elezioni della città metropolitana che andrà a sostituire definitivamente la provincia, non annovera alcun tipo di potenziale “consigliere” originario della Terra delle Sirene.
C’era molto tempo per proporre sul tavolo una strategia incisiva, adeguata. Ma oggi, con i termini chiusi per la presentazione delle liste per l’ente che sarà guidato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, si tirano le somme e la penisola sorrentina è nuovamente tagliata fuori dalle istituzioni che contano.
«In questo momento storico - sottolinea Stinga, vicesindaco di Sorrento con delega alla mobilità, al turismo e al marketing territoriale - c’era l’assoluto bisogno di avviare un dialogo interno, tra tutte le amministrazioni comunali del nostro territorio. La penisola sorrentina ha un ruolo cruciale per la tenuta economica della Campania, è una perla del turismo mondiale. E non può decidere così, arbitrariamente, di snobbare un’opportunità politica come quella della città metropolitana.
Questo nuovo organismo trova sponde con il voto degli addetti ai lavori, quindi di poche persone. E sarebbe stato facile fare gruppo. Ogni sindaco avrebbe solo dovuto trovare intesa con la propria maggioranza e portare avanti un piano e invece niente. E’ gravissimo quello che è avvenuto e non faccio fatica a mostrare la mia amarezza pubblicamente. L’ho detto anche ai miei colleghi di maggioranza e agli altri esponenti delle amministrazioni del comprensorio. Al di là dei colori politici, si sarebbe dovuto trovare un accordo per presentarsi con un progetto serio e proficuo».
E’ l’ennesima pagina nera della classe dirigente della penisola, orfana di rappresentanti che contano. «Da mesi si parla dell’Unione dei Comuni e di tante iniziative che hanno sulla carta le premesse di rilanciare l’azione della penisola per il bene dei cittadini tentando di trovare spazi sovracomunali dove si sarebbe potuto incidere di più collaborando in prima linea alle direttive. Invece siamo costretti ancora una volta a ingoiare un boccone amaro, amarissimo. Avremmo potuto portare le nostre istanze a questa nuova istituzione. Ma ora siamo assenti, condannati a rimanere spettatori che dovranno accettare decisioni assunte da altri. Pensare alla nascita di una singola municipalità in penisola è bellissimo. Ma ritengo che la politica della Terra delle Sirene avrebbe dovuto dimostrare con i fatti e non con le parole di possedere una visione in grado di poter supportare il peso, l’onore e l’onere di una strategia che possa concludersi con l’istituzione di un singolo Comune».
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