Pagine

domenica 28 dicembre 2014

Cittadinanza onoraria al procuratore Lepore

Meta - Il Comune di Meta ha conferito la cittadinanza onoraria all’ex Procuratore Capo della Repubblica Giovandomenico Lepore. A fare gli onori di casa il sindaco Giuseppe Tito che, con l’amministrazione comunale, ha lavorato affinché l’evento avvenisse entro la fine di questo 2014, accogliendo con entusiasmo la proposta di Angie Cafiero e dell’Associazione Culturale Sfumature in Equilibrio, di invitare Lepore a Meta per presentare il libro scritto con Nico Pirozzi “Chiamatela pure giustizia (se vi pare)”. L’avvocato Mariolina Costagliola di Fiore ha moderato l’incontro al quale sono intervenuti, tra gli altri, il giornalista Vincenzo Iurillo e Rosellina Russo Gargiulo e l’ex Procuratore della Repubblica Diego Marmo. L’iniziativa del Sindaco Giuseppe Tito ha registrato la convergenza unanime di tutte le forze politiche cittadine rappresentate in consiglio comunale. “E’ un grande onore per Meta – ha detto il Primo cittadino – conferirgli la cittadinanza onoraria”. Il Procuratore capo, ora in pensione, da oltre quarant’anni possiede una casa nel piccolo comune della penisola sorrentina e vi trascorre ormai gran parte dell’anno, dimostrando in tal modo un forte attaccamento al nostro territorio. Per oltre sette anni ha retto la più calda e affollata Procura d’Italia. È stato il regista di alcune tra le indagini più delicate della storia della seconda Repubblica: Calciopoli, l’inchiesta sulla P4, sul bunga bunga e le escort a palazzo Grazioli, passando per l’emergenza rifiuti e le bonifiche fantasma in Campania, gli appalti al Comune di Napoli e le megatruffe sulle invalidità civili. Inoltre è stato il magistrato che ha domato la faida di Scampia ed ha assicurato alla giustizia Antonio Iovine, Michele Zagaria e i fratelli Pasquale e Salvatore Russo, quattro tra i più pericolosi boss della camorra, latitanti per decenni.

Nessun commento:

Posta un commento

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.