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martedì 24 febbraio 2015
Campania, Pd nel caos verso le primarie
Già stampati i manifesti per il voto del primo marzo, ma la maggioranza del partito fa partire l'ultimo tentativo di annullarle e presentare come candidato unico del centrosinistra il presidente del Cnr Luigi Nicolais
Fonte: Conchita Sannino da La Repubblica Napoli
Meglio di un giallo, ma di serie B. Un caos che sconfina nella farsa. Sull'esito finale non scommette nessuno, e l'intreccio ha già riservato il peggio. L'enigma un po' grottesco delle primarie di coalizione avviate dal Pd in Campania per la Regione si scioglierà entro stasera, forse: dopo quattro rinvii, le consultazioni sono giunte alla quinta data ufficiale del primo marzo, e registrano cinque candidati. Sono in corsa da tempo l'ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca gravato da due condanne, l'eurodeputato Andrea Cozzolino, cui si sono aggiunti il deputato Gennaro Migliore (tutti del Pd), Marco Di Lello dei socialisti, e Nello Di Nardo di Idv. Eppure resta valido e sospinto un sesto nome, lo scienziato e presidente del Cnr Gino Nicolais, che la maggioranza del partito regionale sta cercando di calare come ultima ratío per annullare, cinque giorni prima, l'apertura dei gazebo. È la stessa sorte che doveva toccare a Migliore, poi spinto a gareggiare, quasi fuori tempo massimo. Nicolais la spunterà? Tutto dovrebbe consumarsi nelle prossime ore: è strettissimo il margine di tempo che le norme, già abusate, concedono.
E sale dal popolo Pd un grande interrogativo inevaso, tanto a Napoli, quanto al Nazareno: le primarie in Campania suscitano preoccupazioni cosi gravi e fondate? Se sì, perché non spiegarlo e decidere in tempi ragionevoli? Due le ombre che pesavano fin dall'inizio sui nomi più forti: De Luca, per effetto della legge Severino, decadrebbe subito, appena eletto; Cozzolino vinse quelle primarie 2011 poi sospese, e accusate di brogli. Cosi riparte la corsa contro il tempo per fermare la giostra. Riunioni su riunioni fino alla notte di domenica, altri più tesi e ristretti vertici si tengono ieri: tra gli esponenti delle varie aree che fanno capo ai riformisti (il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, il parlamentare europeo Paolucci legati a Epifani), all'ex area Popolare (con il potente Mario Casillo), ai dem (l'ex parlamentare Teresa Armato) più correnti minori, nell'estremo tentativo di raggiungere il 60-70 per cento per provocare l'unico espediente utile a far saltare le consultazioni, m favore dello scienziato come candidato unitario. Indiscrezioni anche su una richiesta ennesima di assemblea regionale, che però il segretario campano Assunta Tartaglione nega, senza escludere nulla: «Al momento non è pervenuta, né alla segreteria regionale ne all'ufficio di presidenza del partito, alcuna richiesta di convocazione». Il sospetto è che, dietro il pesante "non detto", queste primarie non ancora consumate si porteranno dietro un corollario di ricorsi e proteste. Cozzolino già annuncia un ricorso alla commissione dei garanti: sono primarie di coalizione e non può mica decidere solo i] Pd, attacca. Sul campo resta l'evidenza di inadeguatezze, del livello regionale ma anche nazionale. Dopo le fumate nere, a Roma, degli incontri di De Luca con Luca Lotti e Lorenzo Guerini, l'ex sindaco rilancia:«Non mi fermano, io mi ricandido, questo è il circo Barnum». Ora sembra pattinare sul ghiaccio anche Debora Serracchiani: «Sulle primarie in Campania deciderà il partito locale. Credo ci sono tutte te condizioni per ragionare e trovare soluzioni», dice la vicesegretario. Mentre il sottosegretario ai Trasporti, l'unico campano al governo. Del Basso De Caro commenta: «La speranza è l'ultima a morire. Io ho sempre auspicato una sintesi e il superamento delle primarie con l'accordo su un nome condiviso. Ma siamo a lunedì e mi sembra che la speranza sia quasi equivalente al periodo ipotetico del terzo tipo». Perifrasi meno brutale per dire ai compagni: siamo fuori, nell'irrealtà.
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