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giovedì 26 febbraio 2015

Non lasciamole sole

Meta - E’ partita con successo, con il significativo slogan “Non lasciamole sole”, la campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere nelle scuole della Penisola sorrentina a cura dell’Associazione “Mamme al Centro” Endas, presieduta da Roberta D’Esposito. Prima tappa dei “Percorsi di sensibilizzazione sul tema della violenza”, l’Istituto Comprensivo Buonocore-Fienga di Meta, diretto dalla prof. Ester Miccolupi, il 12 febbraio, dove il progetto è stato illustrato agli studenti da un’equipe rappresentata da: Nino Lauro, presentatore- speaker radiofonico; Mauro Marsu e Tonino DjNeno Aprea, autori del brano anti-violenza di genere “Storia di Mara”, composta appositamente per Mamme al Centro; Ciro Gallo, tecnico nazionale Militari Combat ed istruttore di metodologie di allenamento dei reparti militari Special Forces Fighting Skill (corpi speciali inglesi), detentore di cinque Guinnes mondiali e due volte campione del mondo di Muay Thai, che è intervenuto in veste di esperto di tecniche di auto-difesa; il medico pediatra-divulgatore Carlo Alfaro; l’educatrice e counselor Anna Sallustro; la psicoterapeuta Letizia Raus del Piano Sociale di Zona Napoli 33 presieduto da Gennaro Izzo; gli organizzatori Enzo Cirillo e Roberta D’Esposito. Lo staff ha coinvolto i giovanissimi in una riflessione sul tema della violenza, le sue conseguenze e i suoi antidoti. Commenta l’ “eroe” Ciro Gallo, partito dall’Italia a 15 anni per fare l’istruttore nell’esercito inglese , reduce di due guerre e vincitore di titoli sportivi mondiali, che va in giro per il mondo a predicare la non-violenza: “Abbiamo la volontà di combattere per la cultura della non-violenza e questa è una battaglia già vinta, ma è la guerra che dobbiamo mirare a vincere.
 
Il motto del mio reggimento è CHI OSA VINCE, il mio personale è FORZA E CUORE”. “Le prossime date del progetto contro la violenza di genere portato nelle scuole dalla nostra Associazione- aggiunge Roberta D’Esposito- sono l'Istituto comprensivo Bozzaotre di Massa Lubrense, il 3 Marzo alle 10:00, e l'Istituto comprensivo Amalfi Massa, di Piano di Sorrento, il 10 Marzo sempre alle 10:00. Questo progetto, accolto con entusiasmo dai dirigenti scolastici, gode del patrocinio morale del Piano sociale di zona Napoli 33 e dei Comuni associati della Penisola Sorrentina. Il nostro obiettivo è sensibilizzare i più giovani sui temi della violenza sulle donne e del bullismo, attraverso la tecnica dell’“Edutainment” ossia “educazione+intrattenimento”. Mediante un team di medici, psicologi, educatori, musicisti, artisti, sportivi, gli studenti vengono coinvolti in un coinvolgente itinerario formativo”. Alla fine dell’incontro ai ragazzi, entusiasti dell’esperienza, è stato rilasciato un attestato di partecipazione e di presa di coscienza, di elevato valore simbolico. “Il nostro progetto- conclude il dottor Carlo Alfaro, che è anche referente pediatra del Progetto Formativo Aziendale NA3 Sud “La Violenza di genere: organizzazione di servizi e procedure condivise per la risposta sanitaria nel contesto dell'emergenza”- si rifa allo spirito della “Convenzione di Istanbul” dell’ 11 maggio 2011, il più importante passo in avanti per il riconoscimento e la tutela delle donne nei confronti della violenza perpetrata nei loro confronti dagli uomini. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa, firmando detta Convenzione, condannano ogni forma di violenza sulle donne, quale manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini, impedendone la piena emancipazione. La natura della violenza contro le donne è “strutturale”, in quanto basata sul genere, ed è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini. Purtroppo, le donne in tutto il mondo sono a tutt’oggi esposte a gravi forme di violenza, tra cui la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosiddetto “onore” e le mutilazioni genitali femminili, tutti atti che costituiscono una grave violazione dei diritti umani delle donne e il principale ostacolo al raggiungimento della parità tra i sessi. Anche nelle guerre, le donne sono esposte a pagare un prezzo molto alto essendo spesso sottoposte a stupri diffusi o sistematici e a violenze sessuali. Anche i bambini sono vittime di violenza domestica quando sono testimoni dei maltrattamenti subiti dalla madre, con le stesse conseguenze post-traumatiche da stress di un abuso diretto. La Convenzione di Istanbul ha l’obiettivo di proteggere le donne da ogni forma di violenza; prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne; contribuire ad eliminare ogni forma di discriminazione verso le donne; promuovere la concreta parità tra i sessi; rafforzare l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne; predisporre un quadro globale di protezione e di assistenza a favore di tutte le donne vittime di violenza. Il problema della violenza sulle donne e sui minori è una questione ancora oggi sottovalutata dalle istituzioni sanitarie, nonostante sia stato definito dall’OMS, già nel “I Rapporto Mondiale su violenza e Salute” del 2002, come un problema di salute pubblica mondiale. È un fenomeno che si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne di ogni estrazione sociale e di ogni livello culturale. Il maltrattamento, la violenza domestica, la violenza sessuale e l’abuso comportano per le vittime danni fisici e gravi conseguenze sulla salute, con alti costi socioeconomici non solo per le vittime stesse, ma anche per le comunità in cui vivono”.

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