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sabato 4 aprile 2015

Elezioni regionali, il Monte Faito al centro delle alleanze

Gennaro Cinque
Vico Equense - Ncd e Area popolare ancora non hanno deciso con chi stare. In attesa delle alleanze che i partiti andranno a formalizzare nei prossimi giorni, in vista delle elezioni regionali di fine maggio per il rinnovo del Consiglio, Nunzia De Girolamo è chiara: “Caldoro merita una riconferma, non ci sono dubbi. Se dobbiamo fare giochetti, allora è un altro conto. Però a quel punto il mio dissenso diventa qualcos’altro”. A Vico Equense, invece, continua il balletto della candidatura per uno scranno in regione del Sindaco Gennaro Cinque con Forza Italia: “Mi candido se arriva la delibera sul Faito. Il Comune deve avere la gestione sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’area boschiva e stradale.”, ripete in maniera insistente il Primo cittadino, ma oramai i tempi tecnici non ci sono più, e non sussistono neppure le condizioni politiche. L’attuale Presidente del parco Regionale dei Monti Lattari è espressione del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, nominato nel 2011 proprio da Stefano Caldoro, quindi se il governatore vuole l’unità del centrodestra non potrà mai attribuire la gestione del Faito a Cinque, poiché darebbe origine a una frattura inevitabile, in un momento delicatissimo, con Ncd. Il patto di desistenza con la Lega in Campania dà mani libere a Forza Italia per cercare un accordo con il partito di Angelino Alfano a sostegno di Caldoro, anche se i centristi scioglieranno la propria riserva soltanto la prossima settimana. Il Monte Faito fu acquistato il 2 maggio del 2007 dalla Regione Campania e dalla Provincia di Napoli, in pari quota, dalla società Fintecna Immobiliare s.r.l del gruppo Iri, proprietari della montagna da 30 anni. Per la cifra di 4 milioni e 686 mila euro. Una gestione al 50%. Nell'atto di vendita, a firma dell'ex governatore Antonio Bassolino, si specifica che il patrimonio comprende «immobili adibiti a funzione sportive, ricreative e da 420 ettari boschivi, il cui stato di abbandono ha, finora, esitato negative ripercussioni sul patrimonio ambientale e sui flussi turistici della zona». A distanza di anni, nulla è cambiato.

La piccola comunità dei residenti, al massimo una settantina di anime, è quasi rassegnata a sopravvivere grazie a quei pochi appassionati della montagna. La discesa verso il baratro del monte e della sua, un tempo florida, economia ha toccato il punto più basso la scorsa estate con lo stop alla funivia da Castellammare imposto dalla Circumvesuviana, proprietaria dell'impianto, che non ha stanziato i circa 2 milioni di euro necessari per l'adeguamento dello stesso alla normativa antisismica e per la rimozione delle barriere architettoniche.

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