di Franco Cuomo - VAS - Circolo Giovanni Esposito Vico Equense
Vico Equense - Qualcuno dirà che non sono mai contento, qualche altro che sono perennemente infelice, qualche altro ancora che non sono utile a me stesso e all’altra metà del cielo e che sono vecchio, decrepito, insomma un relitto umano. Smentisco, non sono giovanissimo ma mi sento molto utile ancora a molti e ho cura di me stesso e di altri e proprio per questo mentre mi godevo la pensione passeggiando giù alla marina di Seiano, alle Calcare per la precisione, insieme ad alcuni amici, non ho potuto fare a meno di vedere quegli orrendi lampioni da autostrada di periferia urbana piantati in maniera selvaggia e senza alcun criterio lungo quel tratto di spiaggia e, sulla sabbia, i resti di tubi di plastica bianche e azzurri sparsi d’ovunque. Ho provato una pena profonda per il mio territorio, non ho avuto neanche la voglia di fotografarli quei lampioni tanto sono brutti, chi vorrà vederli non faticherà molto a notarli. Chi li ha scelti? Chi ha potuto pensare che quel tipo di illuminazione potesse essere sistemato in un posto simile? Chi li ha commissionati? Ma li ha visti qualcuno prima di interrarli? I raffinatissimi assessori che pure si dice facciano parte di questa Giunta hanno permesso un simile acquisto? Quella spiaggia un tempo era una pietraia assolata, che si concludeva con le rovine cinquecentesche di un vecchio arsenale, con alle spalle piccoli vigneti e ulivi e fichi d’india. Oggi, dalla Torretta normanna al vecchio arsenale è solo un continuum di baracche di legno, di ferro arrugginito, di cancelli davanti alle quali spesso sono state gettate colate di cemento per improbabili piattaforme e ancora più improbabili ristoranti o paninoteche o bar che alla rinfusa d’estate servono di tutto. Qualche piattaforma vuole essere più pretenziosa, ma resta il fatto che quel posto è stato orrendamente devastato e lo è ancora con permessi e autorizzazioni e concessioni che il sindaco Gennaro Cinque continua a rinnovare. Oggi con questa illuminazione voluta da questo sindaco, e tutti quei cancelli pure questi autorizzati da lui che vengono chiusi di notte, quel posto somiglierà ulteriormente ad un tremendo lager.
Allora la mia riflessione, perché di questo si tratta è: ma perché ci si ostina a distruggere un territorio con manufatti bruttissimi e, questi si, inutili, che un tempo aveva in sé, nella sua intima costituzione una sua bellezza e un suo equilibrio naturale? Sarebbe bastato dotare quella pietraia di docce e servizi igienici e lasciarla così com’era . A cosa o a chi servirà tutta quella luce sulla spiaggia di notte? A nessuno o forse a proteggere solo tutte quelle baracche di ferro arrugginito che si aprono solo per tre mesi estivi a contendersi quel piccolo tratto di mare. Questa è l’estetica del sindaco Gennaro Cinque e della sua Giunta e questa purtroppo è anche il suo modo di amministrare il territorio.
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