Giuseppe Cuomo |
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - Per molti è un sogno irrealizzabile, un'autentica chimera. Per altri invece, come il sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo e il professore del Pd Ferdinando Pinto, è un obiettivo che si può tranquillamente centrare. E magari entro la scadenza del 2020. Ovvero quando la città di Sorrento sarà chiamata nuovamente alle urne. L'ipotesi di istituire il Comune unico della penisola sorrentina rappresenta la nuova sfida politica ingaggiata da Cuomo e Pinto che, in un momento in cui paiono limate le divergenze tra maggioranza e opposizione, hanno deciso di lavorare assieme sul progetto. Alla base di tutta la manovra c'è un emendamento al bilancio preventivo 2015 portato in aula da Pinto (rappresentante de Partito democratico) e che la squadra di Cuomo ha scelto di approfondire. Tanto che il caso sarà discusso a stretto giro in consiglio comunale: in quell'occasione, ci sarà un voto per una sorta di atto di indirizzo per una “road map" da seguire assieme agli altri Comuni della penisola. Un accordo di massima già c'è tanto che l'idea viene supportata dalla disponibilità mostrata dagli altri sindaci, a partire da Piergiorgio Sagristani (Sant'Agnello) e Lorenzo Balducelli (Massa Lubrense), pronti a collaborare su un iter comunque convulso, delicato, destinato a suscitare discussioni. La linea è tracciata. Stando al piano stilato dai democrat, ci sono numerosi passaggi. Il primo: Cuomo dovrà nominare una commissione composta da tre consiglieri comunali (uno in rappresentanza dell'opposizione) che provvederanno a predisporre tutti gli atti necessari alla fusione «invitando - si legge nell'emendamento di Pinto - gli altri sindaci della penisola a parteciparvi con i propri rappresentanti».
A seguire, entro un anno dovrà essere predisposta una bozza del nuovo statuto. Una, in effetti, già c'è e fu anche illustrata dall'ex sindaco di Massa Lubrense Leone Gargiulo in un'assemblea chiave che si tenne negli uffici dell' Arips con gli altri sindaci. Nel 2017, invece, scatterà il count-down vero e proprio: il vademecum dettato da Pinto comporta la partenza dell'iter per il referendum che dovrà svolgersi nei Comuni che intenderanno aderire alla fusione delle città. Lo "step" successivo, poi , sarà la consultazione confermativa dell'intenzione degli enti prima della fase elettorale programmata proprio per il 2020. «Nel processo di unificazione viene evidenziato dalla proposta del professore dem - i Comuni interessati potranno provvedere a mettere in comune le proprie strutture organizzative attraverso apposite convenzioni e in particolare a strutturare nuovi strumenti di programmazione urbanistica e di gestione dei bilanci reciprocamente integrati». Non solo; proprio in questa fase, verrà aperto anche un ufficio comune per intercettare e distribuire sul territorio i fondi comunitari. Rimane comunque da dover definire la posizione dell'amministrazione municipale di Vico Equense che, sulla questione, anni fa fece trapelare un bei po' di malumore. Su iniziative di carattere consortile, già con l'ex sindaco Gennaro Cinque, gli altri Comuni non sono mai riusciti a coinvolgere al meglio l'ente di via Filangieri. Basti pensare al tentativo di salvataggio dell'ufficio del Giudice di Pace con la giunta di Vico Equense che, prima dell'insediamento del primo cittadino facente funzioni Benedetto Migliaccio, non approvò il protocollo d'intesa.
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