Terzo flop sul bilancio, Consiglio a rischio
Fonte: Valerio Esca da Il Mattino
Niente numero legale per la terza volta consecutiva in quindici giorni per la Conferenza dei sindaci della Città metropolitana. Ieri infatti a Santa Maria la Nova è andato in scena il terzo atto di quella che sarebbe dovuta essere la discussione sul primo bilancio previsionale del nuovo ente. Il risultato è stato un flop, che assomiglia molto a una figuraccia. Impietosi i numeri: 23 i rappresentanti delle amministrazioni comunali nella prima convocazione, 27 alla seconda e 29 alla terza, a fronte dei 93 comuni che rappresentano l'area metropolitana. Ne sarebbero bastati 47 di presenti per avviare la discussione che, al di là dei giochi politici, interessa direttamente i sindaci della provincia, ma soprattutto i tre milioni e mezzo di cittadini che vivono l'area metropolitana. Nel previsionale sono programmate le spese previste per la manutenzione delle scuole, delle strade, investimenti per il comparto rifiuti e per il trasporto pubblico. Una defaillance «grave» dal punto di vista istituzionale, ma ininfluente dal punto di vista formale. L'atto contabile infatti, così come prevede lo Statuto, tornerà nuovamente in Consiglio (convocato per oggi) per il via libera definitivo, dopo il primo ok incassato lo scorso 29 settembre. Molto seccato il sindaco metropolitano, Luigi de Magistris, che dopo la chiamata del numero legale ha sciolto la seduta con ironia:«Grazie a tutti per la bella discussione, soprattutto politica, che abbiamo avviato».
«Ora il Consiglio - ha commentato a margine l'ex pm - deve assumersi la responsabilità di approvare il bilancio, altrimenti decadrà, mentre noi resteremo al nostro posto». La legge Delrio prevede che qualora il Consiglio non approvi il bilancio decadrebbe un minuto dopo, mentre resterebbero in carica il sindaco e i consiglieri a cui sono state assegnate le deleghe. Per il sindaco de Magistris la mancanza del numero legale per tre volte consecutive, in sede di Conferenza dei sindaci, «è una pagina non bella dal punto di vista istituzionale per chi è stato assente». «Fino ad ora - sottolinea ancora l'ex pm - mi sono fatto carico da solo della maggior parte delle decisioni istituzionali e più volte ho fatto appello alle forze politiche al di là delle appartenenze e fino ad ora hanno risposto in pochi». De Magistris senza nascondersi troppo fa riferimento alla questione deleghe, assegnate a tutti i 25 consiglieri, ma che di fatto sono state accettate solo da una parte dell'assemblea. Pd ed Area popolare sembrano orientati a proseguire sulla linea del no, mentre la destra, Fratelli d'Italia e Forza Italia, è pronta ad aprire, ma soltanto «dopo un rimpasto dei mandati». Questo rimane senz'altro un nodo difficile da dipanare, anche se il sindaco sul fronte deleghe rimarca la sua visione laica, come ribadito anche nella lettera inviata a tutti i consiglieri metropolitani una decina di giorni fa: «La legge Delrio - scrive de Magistris - per come è concepita non consegna al sindaco una maggioranza politica a lui legata, ma impone al sindaco di coinvolgere tutte le forze all'interno di un progetto condiviso di gestione dell'ente». Quando si parla di deleghe per de Magistris «non si parla di poltrone, ma di lavoro reso gratuitamente al servizio del benessere dei cittadini». Durante la seduta odierna del Consiglio, che pure sembra a rischio numero legale, si procederà alla surroga del capogruppo in aula di FI Antonio Pentangelo (dopo le dimissioni da consigliere di Castellammare di Stabia), con Antonio Calvanese, consigliere comunale di Poggiomarino, che comunque non andrà a spostare gli equilibri interni al gruppo dei forzisti.
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