di Filomena Baratto
Vico Equense - Partecipando alla celebrazione del ventennale dell’Unitre penisola sorrentina, tenutasi a Sorrento al Circolo dei Forestieri, l’ex Sindaco di Sorrento, Antonino Cuomo, riportava, durante il suo intervento, un episodio in cui affermava che, chiedendo agli alunni di una scuola Primaria chi fosse Torquato Tasso e Sant’Antonino, i bambini non ne sapessero nulla. Questo spunto mi ha indotta a fare delle riflessioni.
Anche gli adulti a volte non conoscono i personaggi storici o locali a cui si intitolano le strade, una piazza o un museo e tantomeno si informano, prendendo quel nome giusto come il nome di un luogo.
Premesso che chi insegna non sta con le mani in mano, i bambini delle vecchie elementari, oggi Primaria, non possono sapere chi sia Torquato Tasso, né tantomeno Sant’Antonino. Questo non significa che non glielo insegnino, ma, tenuto conto dell’età, i programmi sono ben diversi e Torquato Tasso non è contemplato in alcun programma né alla Primaria, né alle medie. Alle medie si tiene conto dell’antologia adottata per cui, se nel testo ci sono brani di Torquato Tasso, allora si studierà anche l’autore, altrimenti slitterà alle superiori. Anche qui bisognerà aspettare gli ultimi anni per saperne qualcosa ma nemmeno in modo approfondito, dipende dall’insegnante e da come apprendono gli alunni. Considerando che i programmi sono cambiati, che si sono diluiti nei tre gradi, conoscere bene anche tutta la letteratura è alquanto difficile. Così si arriva all’Università dove Torquato Tasso è programma del secondo esame di letteratura italiana. Per chi invece sostiene un solo esame di letteratura, il programma è molto più snello.
La storia e la cultura del proprio territorio dovrebbero partire proprio dal luogo dove si vive e, visto che non tutti sono a conoscenza della letteratura, ci si dovrebbe fare carico anche di far conoscere chi è quel determinato autore. Si dovrebbe respirare cultura già nell’ambiente in cui si vive e i genitori sono i primi divulgatori delle notizie sul proprio territorio. La scuola segue dei programmi, gli insegnanti degli orari, degli obiettivi, per non dire che, se i ragazzi non hanno padronanza dell’italiano, non si dà priorità a Torquato Tasso, ma si insiste sulla parte tecnica della lingua. Chi come me ha avuto la fortuna di studiarlo già alle Medie, ha avuto la possibilità di avvicinarsi non solo alla letteratura ma anche alla poesia ed io manifestavo una grande voglia di scrivere storie e versi come li leggevo nel poema. La professoressa leggeva La Gerusalemme liberata in classe ed erano ore di grande interesse, ma per quanti? Tre, forse quattro di noi, gli altri non sapevano che farsene, non ascoltavano per niente, erano distratti, così che la lettura, spesso, veniva interrotta.
Ogni città dovrebbe fornire la possibilità di poter conoscere i concittadini illustri dando a tutti l’opportunità di farlo, così come ogni cittadino ha il dovere di informarsi del luogo in cui vive, aspetto fondamentale di buona educazione. La cultura non è qualcosa di freddo e distaccato dalla realtà, ma qualcosa di vivo, così come è stato detto proprio durante l’intervento. La cultura è vita e non dev’essere per pochi. Allora dobbiamo essere noi stessi i promotori fornendo i mezzi per raggiungere la conoscenza di tutto quello che concerne il nostro territorio. Questo è il primo passo per educare anche alla convivenza civile, alla conoscenza delle risorse del luogo, alla cura del patrimonio, alla progettualità futura del luogo di appartenenza, tutti aspetti che si presentano come valori da custodire e tramandare. E’ questo presupposto indispensabile per una cultura che non sia sempre per pochi, quei pochi che porteranno a termine gli studi che a loro volta si chiudono in circolo aspettando che un’altra generazione passi e si erudisca. L’Unitre ha come obiettivo quello di trasmettere valori e senso civico oltre a mantenere viva l’attenzione dei partecipanti facendo leva sui loro interessi. Tra i tanti interessi di cui è promotrice, si potrebbe ipotizzare anche un’interazione con altre agenzie educative per mantenere vivo lo scambio e la collaborazione delle tre età. Un esempio di come fornire stimoli per “coltivarsi” continuamente. Il ruolo della scuola è di trasmettere la curiosità e la voglia di sapere, accendere un fuoco che incentivi la volontà di un percorso.
Bisogna sperimentare una letteratura attiva e non lasciarla impolverata tra gli scaffali dei secoli come qualcosa di stantio.
Chi ha voglia di fare trova sempre la strada giusta e lo fa dando l’esempio.
Manifestazioni come quelle a cui ho partecipato dell’Unitre dovrebbero avere maggiore eco proprio per l’importanza che assumono in relazione ai luoghi in cui avvengono. Sono focolai da cui possono partire motivi ispiratori ed è proprio questo il precipuo ruolo di un’agenzia educativa all’interno di una comunità. Solo così si sollecita la curiosità come accennava il presidente dell’Unitre Vincenzo Esposito, una curiosità che mantenga vitali e con la voglia di fare. E’ questa una bella manifestazione con spunti da trasmettere ai giovani che hanno bisogno di esempi vivi e concreti e non solo di parole. E allora che ben vengano i festeggiamenti aperti a tutti. E se si esce dall’assemblea con spunti di riflessione come anche nel mio caso, vuol dire che l’obiettivo è stato raggiunto: mettere addosso la voglia di conoscere e sapere, di capire o fare delle disamine, momenti interessanti a tutte le età.
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