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sabato 14 novembre 2015

Ma poi cos’è un bacio?

di Filomena Baratto

Vico Equense - “Un giuramento fatto poco più da presso, un più preciso patto, una confessione…Un segreto detto sulla bocca, un istante d'infinito che ha il fruscio d'un'ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po' il cuore e assaporarsi l'anima a fior di labbra”. Questa è la famosa descrizione del bacio che Cirano de Bergerac, nel capolavoro di Edmond Rostand, fa a Rossana quando di lì a poco lei bacia un altro. Tra due persone, quando c’è amore non c’è bisogno di spiegarsi, né spiegare che cos’è un bacio. Non è facile definire un bacio, lo fanno i poeti, gli scrittori, per paura di cadere nel ridicolo e sembrare fuori luogo. Un bacio è un piccolo piacere di cui nessuno parla per tenere per sé il suo contenuto. In amore si è tiranni o avari: tutto il buono lo si nasconde, come fosse un fatto personale, di cui nessuno deve sapere. Il vero problema è che non sappiamo parlar d’amore, su questo argomento o si scherza o si omette. Crediamo siano cose da giovani e che oltre questo tempo sia controcorrente. Ma non è così. E’ un sentimento così universale che è l’unica cosa che ci accomuna tutti. Tutto nasce con un bacio: è una prova, capire di amarsi baciandosi, cadere in un bacio e poi non uscirne più…un bacio entra sempre nel discorso amoroso. La letteratura è piena di esempi dove si contempla il bacio come un’ esperienza unica e ineludibile, forse la più invitante e rapida in ambito amoroso. Catullo nel suo V carme invita ai baci la sua Lesbia, ne esalta il valore e la durata:



Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.
Due persone che si amano possono essere invidiate, in realtà come in letteratura e qui in Catullo. Quando ci si ama nessuno deve vedere, né sapere, un amore fa sempre effetto sugli altri e spesso il malocchio può colpire gli amanti. Una volta i fidanzati non potevano avere effusioni pubbliche, venivano ripresi, era vista come una forma di debolezza baciarsi in pubblico, c’era sempre qualcuno che faceva appello al pudore. I baci sono il termometro dell’amore, chi non bacia non ama. Anche i bambini sanno che di baci non ci si sazia mai. Da piccoli corriamo nelle braccia degli adulti per avere quell’affettuosità che manifestandosi, ci carica positivamente come un pieno di carburante. Li apprendiamo sin dalle fasce, riconosciamo il profumo di chi si avvicina, e una volta conosciuti, li aspettiamo e li aspetteremo sempre. Il bacio manifesta trasporto verso l’altro, non volersi staccare, rappresenta il nostro bisogno di scacciare la solitudine, quella consapevolezza di avere qualcuno che si prenda cura di noi e ci coccoli affettuosamente, di essere legati a quella persona. Il vero bacio è reciproco. I baci da bambini, quelli ricevuti, sono il nostro manifesto affettivo da cui dipende il nostro “futuro affettivo” compresi i baci che daremo. Chi ne ha ricevuti, saprà darli, chi non ne ha avuti ne conosce il valore e li aspetta sempre. L’affetto che trasmettiamo attraverso il bacio è fondamentale, non c’è un’altra forma che possa farci capire allo stesso modo. L’amore di coppia e l’amore da piccoli, pur avendo connotati diversi, provengono da una stessa matrice. Quante volte da un bacio riconosciamo l’affettuosità dell’altra persona. Il bacio si dà, non lo si chiede, è una manifestazione spontanea, sentita, che giunge come un dono e noi possiamo solo esserne grati. E’ difficile esimersi da un bacio. Nessuno si sottrae a questo dono, ma non ci provate con tutti, rischiate di non essere credibili. I pretesti per un bacio si trovano sempre, il pretesto più bello in letteratura è quello di Paolo e Francesco nel canto quinto dell’Inferno di Dante, dove Galeotto fu il libro:

Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disïato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».


Qui il tremore nasce dallo stato d’ansia provato da entrambi nel sapere che stava accadendo qualcosa che non doveva accadere ma anche per il fatto che quando nasce l’amore si è come nuovi, piccoli, indifesi e il tremore è una forma di paura, di ansia, di fragilità. E l’amore non ha “creanza” come diremmo noi napoletani, è screanzato, nasce senza chiedere il permesso, né si fa problemi. Il suo precipuo interesse è nascere e tanto basta per cambiare tutto. Chi pensa di spezzare un bacio in atto si sbaglia, chi bacia non sente, non vede, non si accorge, sente solo le emozioni trasmesse e ricevute, è quello che dice Jacques Prevert nella sua poesia:”I ragazzi che si baciano in piedi” dove afferma : “non ci sono per nessuno”, e aggiungerei solo per se stessi. Ma i baci possono nascondere anche quello che non si dice,quello che non ti aspetti. Giuda tradì con un bacio. In un bacio si può mettere tutta la passione di questo mondo ma anche tutta la freddezza. Baci appassionati sono quelli che non si dimenticano e sull’onda del ricordo si aspettano sempre. Chi bacia con trasporto la persona amata e spesso, conosce il valore e l’efficacia dei baci. Non sono semplici attacchi di bocche, sono linguaggi molteplici, sono modi di amare senza parlare, di dire solo col corpo, di annuire, di acconsentire, di volere. I baci sono un esame veloce dell’altro, un termometro dell’amore, un constatare la passionalità e la veridicità di quello che si prova. Possiamo dire tutto quello che vogliamo in amore ma la verità la dicono i nostri baci, il silenzio di quando si bacia, l’ascolto dei nostri pensieri mentre accade, e la certezza di volerne ancora e non finirla mai, possono dare un esito certo e positivo dell’amore. Paul Verlaine dà del bacio questa definizione: “Bacio! Rosa nel giardino delle carezze! Vivo accompagnamento sulla tastiera dei denti, Dei dolci ritornelli che amore canta nei cuori ardenti, Con al sua voce di Arcangelo dalle languidezze incantatrici ! Non si può dare un bacio senza bocca!” Per i Greci il bacio è la chiave del Paradiso e per Colin Muset, il bacio preserva da ogni sventura. “Un’espressione del corpo, messaggio senza parole dai mille significati, trasfusione d’anima e di respiri, scambio di vite” come dice Alain Montadon, professore di filosofia francese, nel suo libro sul bacio. Nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis il bacio che il protagonista ottiene da Teresa, pur carico fin dall’inizio di disperazione per l’impossibilità di concretizzare l’amore per lei, è un prodigioso momento di estasi, dopo il quale il giovane vede la realtà trasformarsi davanti ai suoi occhi. Tutto si abbellisce e si colora con un bacio. Non posso chiudere questo post, alla luce dei fatti accaduti questa notte, dicendo che molti non conoscono baci, chi ne ha ricevuti non semina morte…nella città dell’amore.

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