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sabato 9 gennaio 2016

La droga e i giovani

di Filomena Baratto

Vico Equense - Da un recente sondaggio, Vico è risultata al primo posto per uso e spaccio di droga. Non che le altre zone siano indenni, anzi, ma è difficile credere che non lo sia Vico. Quando si pensa a Vico, si pensa al suo mare, ai suoi monti, al turismo, alle bellezze naturali, alle eccellenze, alle grandi rinomanze, non certamente alla droga. Ma circola anche quella, e i problemi esistono anche se non si vedono e non se ne parla. Siamo abituati a prendere in considerazione i fatti strettamente legati ai nostri: un figlio che faccia uso di droga, un nipote, un parente, un vicino…. Se manca il riferimento di turno è difficile prendere in considerazione il problema. Eppure la droga c’è. L’adolescenza è l’età in cui questo fenomeno comincia a prendere piede. A riguardo ci sono molti pregiudizi: i ragazzi sono grandi, capiscono, crescono confrontandosi, ormai non c’è più nulla da insegnare loro. Niente di più sbagliato. Il periodo più difficile nella vita di un uomo è proprio l’adolescenza, quel passaggio da piccoli a grandi che necessita di continue rassicurazioni. E’ il periodo delle ansie, delle paure, del sentirsi inadeguati, o peggio ancora, inutili. E’ il periodo in cui si combatte una battaglia al giorno, ci si guarda allo specchio e non ci si riconosce, ci si vede sempre diversi da come si è, ci si sente inadeguati, ci si chiede perché si studia, perché mamma e papà centellinano il loro denaro, o come fare per fare soldi e via giù così.
 
Le difficoltà della crescita sono molte e ci vuole la presenza costante dei genitori come mediatori per tutte le insicurezze cui i ragazzi vanno incontro. Sono gli unici che possono aiutare i figli a capirsi, indirizzarli, elogiarli, aiutarli. Diciamoci la verità, molto spesso siamo latitanti, li lasciamo fare, crediamo siano autonomi e capaci di tutto, ma il nostro atteggiamento è solo un voler declinare l’impegno visto che ne abbiamo tanti, e in questo rimandare succede l’irreparabile. Come credete che avvenga l’incontro con la droga? Non ci vuole mica chissà quale scienza o artifizio! Basta una bustina, un voler fare un esperimento, tanto si sa, una volta non succede niente, basta una sfida con se stessi e provarla come atto di coraggio, anche solo per non fare la figura dell’imbecille che non l’ ha ancora provata. Basta poco a presentare la droga ai ragazzi. E poi ci pensano coloro che la dispensano, conoscono arti e tecniche mirate per fare colpo. E poi dove crediamo che vadano i ragazzi quando mancano tanto tempo da casa, che non sia per lo studio o la ragazzina? Un giretto in piazza, come se si volesse intendere intorno alla fontana e salire? Il giretto significa incontrare altri ragazzi che forse vengono da fuori, che fanno proposte, che simpatizzano e si impegnano insieme in qualche gioco. Tutto qua. Il grosso è fatto. Il giorno dopo si ritorna, credendo di essere cresciuti, per non fare la figura di essere chiamato “pivello”. Per tutto questo e altro si prende l’abitudine. E anche se il ragazzo volesse smettere, è così difficile quando ci si invischia in certi meccanismi, che non si riesce più a venirne fuori. Vico ha una bella piazza, crocevia non solo della città ma anche di passaggio per coloro che arrivano da fuori. Intorno alla città tanti borghi dove la noia prende molto spesso i giovani. Lo studio del cervello prova che la noia si verifica ogni volta che la serotonina e la dopamina, gli ormoni del piacere e della ricompensa, si prosciugano. Qui l’unico punto di incontro per i giovani è la parrocchia, l’oratorio. La popolazione collinare è avanti con gli anni, abita lì da generazioni, è temprata alla solitudine e ai lavori. I giovani sono figli del loro tempo, sono chiamati da nuovi interessi che non collimano con quelli degli adulti. Li lasciamo alla mercè degli amici, degli altri, invece di essere propositivi nei loro confronti creando nuovi orizzonti come sale cinematografiche, biblioteche, Forum giovani, incontri politici per insegnare loro l’arte della politica e non le politiche individuali che vanno di moda oggi. Dovremmo insegnare ai giovani che la politica non è qualcosa di sporco, ma un’attività utile per la collettività. Tenere lontani i ragazzi dalla politica evitando qualsiasi coinvolgimento è un grave errore. Si è poco lungimiranti a credere di fare i conti solo con la popolazione anziana, che pure ha il suo grande valore su tutti i fronti, ma in minoranza rispetto ai giovani che avanzano. Una società deve misurarsi con le nuove generazioni a cui insegnare anche l’arte della politica, che viene scambiata per il modo di “accaparrarsi il voto”. I giovani, oltretutto, sono ottimi osservatori e se evitano di accostarsi alla politica è perché questo mondo non piace loro, nessuno glielo presenta e quando votano vanno anche allo sbaraglio, risultando solo delle prove tecniche per dire che col diritto di voto forse acquistano maggiore attenzione da parte di tutti. Oltre alla politica i giovani vanno spronati allo studio, al sacrificio, a raccogliere i loro raccolti, a fare progetti per se stessi, per la vita, per gli altri. Imparare a programmare, a guardare avanti, a guardarsi intorno. Ma tutto questo chi dovrebbe insegnarglielo? Noi tutti, gli adulti, i genitori, la comunità intera. Impegnare i giovani con progetti su misura significa non perdere nessuna maglia della propria comunità dove ognuno diventa indispensabile. Chi non progetta per i giovani spendendo in tempo e mezzi, non vuole una società sana, ma ammalata già in partenza. Se lo spacciatore si mette in piazza e facciamo finta di non vederlo perché tanto a noi la droga non ha preso, non interessa, non la vogliamo nemmeno sentire, vuol dire che stiamo facendo il suo gioco, che siamo responsabili per omissione, che siamo ciechi nella mente e nella coscienza. Ultima analisi, la sorveglianza. Nell’antica Roma, esattamente nell’organizzazione del principato augusteo, la vigilanza era affidata a coorti di vigiles, i “curatores” per le regiones e i “magistri” per i vici,(quartieri) per il controllo del territorio. Ora nella Roma augustea non c’era il traffico e mi si può obiettare che i vigilantes c’erano solo per l’ordine, ma nell’età moderna oltre al traffico c’è anche altro da sorvegliare. La moderna polizia municipale ha in mano un grande potere che si riduce al controllo del traffico e delle multe da effettuare. Il suo compito è molto più vasto e non viene svolto non per cattiva volontà, ma nella vita pratica amiamo semplificare le cose per i troppi giudizi o troppe pressioni o troppe difficoltà e ingerenze da più parti. La vigilanza ha un alto valore, quello di proteggere il territorio, che non può racchiudersi in un turno di lavoro, ma va ben oltre. Al calar del sole la vita continua e forse anche con grande attività. Un cittadino deve sentirsi protetto e sicuro e non deve aver paura di camminare per strada alle quattro di mattina o a mezzanotte. E’ proprio nelle ore notturne in cui avvengono fatti che non dovrebbero. Questo vale per ogni città. Uno spacciatore scaltro sarà in piazza a mezzogiorno come a mezzanotte. Ai ragazzi vorrei dire che un grammo di dose non dà la felicità. Provate ad impegnarvi nello studio, a sostenere esami mettendocela tutta o crearvi qualcosa di vostro, che sia un’arte o un lavoro, questo sì che è un vero sballo. Impegnatevi ad aiutare i vostri genitori, quelli che credete così distanti da voi e che non vi capiscano. I genitori conoscono più di voi le vostre inclinazioni ed è bene affidarvi alle loro considerazioni, è la cosa più normale di questo mondo. Ciò che rende felici è prendere un impegno e portarlo a termine che è qualcosa che fortifica. Felicità non è avere tutto, ma possedere quello per cui abbiamo lottato. Senza guadagnarsele le cose, non c’è alcuno sballo. Sballare, in questo mondo dove tutto è concesso e possibile, è imparare ad essere educati, avere rispetto per gli altri e per le proprie cose, esercitarsi alla pazienza, a saper attendere, a mantenere un impegno, tutti valori che servono alla vostra vita, subito dopo finita la buona dose di droga, e che, se non avrete esercitato, non ci sono bustine che bastino per farvi vivere. La droga è semplicemente un inganno che vi porta fuori dal mondo, un carcere in cui entrate con i vostri piedi senza che nessuno vi abbia condannato. E se lo sballo serve a fare i grandi, sappiate che da grandi non potrete più essere giovani e che la gioventù è ora e la dovete vivere con l’amore per voi stessi. La droga è solo un sonnifero. Il vero sballo è affrontare la vita con tutte le sue molte facce.

1 commento:

  1. Un'affermazione del genere che Vico è al primo posto per consumo e spaccio di droga é Gravissima..e sono curioso di sapere da dove salta fuori questa macchia di fango ...che dopo i noti fatti criminosi ci fa sprofondare sempre di più verso commenti certamente nn positivi ..come Vicano mi senTo offeso e nelle sedi opportune chiederò di valutare eventuale responsabilità..di quanto pubblicato.....

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