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sabato 16 gennaio 2016

Scommesse, mania italiana una slot ogni 143 abitanti

Perduti 12 miliardi, è ormai emergenza sociale. Il profilo degli «irriducibili»: maschi, disoccupati e di bassa estrazione sociale 

Fonte: Antonio Galdo da Il Mattino 

Neanche a Las Vegas si gioca tanto. L'Italia ha il triste primato mondiale delle scommesse d'azzardo: nel nostro Paese, infatti, si conta una slot machine ogni 143 abitanti. Una vera piaga sociale, della quale l'episodio di Teverola, dove un uomo ha sparato a raffica contro i videopoker in un bar del corso principale, è soltanto l'ultimo campanello d'allarme. Siamo diventati un popolo di biscazzieri. Ogni secondo si vendono 3.472 schede di Gratta e Vinci e ogni giorno si scommettono 70 milioni solo sul Bingo. Una febbre contagiosa, nell'illusione di svoltare con l'aiuto della dea bendata, e un grande business, visto che il gioco legale, quello autorizzato dallo Stato attraverso le concessioni, vale un fatturato di 85 miliardi di euro l'anno. A fronte del quale ci sono 12 miliardi di euro di perdite annuali da parte degli scommettitori. Ed è impressionante la progressione, visto che nel Duemila non si arrivava a 4 miliardi di euro di puntate. Ma chi sono i giocatori? In tutto si parla di 16 milioni di italiani, dei quali circa 1 milione sono giovanissimi tra i 10 e i 17 anni: pensate che molti locali pubblici che ospitano slot machine si trovano a pochi metri di distanza dalle scuole. I soggetti a rischio ludopatia sono il 20 per cento degli scommettitori, tra i quali compaiono in prima fila persone di bassa estrazione sociale: disoccupati, cassintegrati, lavoratori in mobilità. In prevalenza (65 per cento) maschi, a conferma che le donne dimostrano una maggiore saggezza nell'uso dei soldi. D'altra parte la spinta al gioco d'azzardo, e non è un paradosso, è stata alimentata anche dai lunghi anni di recessione e di stagnazione dell'economia.

Quanto più sono diminuite le entrate reali e il reddito disponibile, e si sono persi posti di lavoro, tanto più è cresciuta la propensione all'azzardo. Come una chance per farcela, una scorciatoia verso il benessere che intanto si sta perdendo. La patologia, poi, una vera forma di dipendenza come dalla droga e dall'alcol, innesca altri tipi di reazioni negative a catena, reati che si sommano a reati. E un giovane malato di azzardo su tre finisce anche per rubare. Fin qui la parte legale delle slot machine. Ma videopoker e videolottery hanno una seconda faccia che, secondo le parole testuali della Direzione nazionali antimafia, rappresenta «la nuova frontiera della criminalità». Il mercato del gioco d'azzardo parallelo a quello approvato dallo Stato è di fatto controllato dai clan di mafia, camorra e 'ndrangheta. Lo dimostra, per esempio, un'indagine avviata sul litorale laziale in questi giorni, con otto arresti, tra i quali il «rè dei videogiochi» e un boss mafioso, alleati al vertice della banda. Un pentito, nel corso delle indagini, ha dato qualche numero, dicendo che soltanto dai videopoker, il clan laziale incassava qualcosa come 11 milioni di euro al giorno. E ha aggiunto: «Ormai con le macchinette per le scommesse si guadagnano più soldi che con la droga, e si rischia anche meno». Una tragica realtà, della quale sono consapevoli gli inquirenti, come il gip dell'inchiesta romana, Elvira Tamburelli, che parla esplicitamente di «una spaventosa e progressiva espansione del fenomeno sul territorio nazionale». Specie al Sud, aggiungiamo. Come sta reagendo lo Stato di fronte alla slavina della ludopatia, del gioco d'azzardo e della criminalità che ne controlla la parte illegale? Male, e come al solito in ordine sparso. Nel mese di dicembre il governo, per bocca del sottosegretario Pierpaolo Baretta, aveva annunciato la volontà di ridurre di almeno il 25 per cento le 340.785 slot machine oggi censite dal ministero dell'Economia. Così nell'ultima legge di stabilità è entrata una norma che dal gennaio vieta nuove autorizzazioni e consente soltanto il rinnovo di quelle esistenti. Nel frattempo, però, per evitare la stretta, ci sono state entro il 31 dicembre scorso altre 50mila autorizzazioni per nuove slot machine. E se governo annaspa, come al solito di fronte all'emergenza gli amministratoti locali sono lasciati soli. A prendere decisioni a macchia di leopardo, in ordine sparso, come nel caso dello smog per il traffico e per il riscaldamento. Una lista di 315 sindaci ha aderito al Manifesto per la legalità contro il gioco d'azzardo dove si chiedono restrizioni alle slot machine, incentivandone una parziale eliminazione e vietandole nel modo più assoluto in prossimità delle scuole. La regione Toscana ha approvato una legge regionale che concede una forte riduzione dell'Irap per tutti i locali pubblici che decidono di rinunciare ai ricavi dal gioco d'azzardo. E in Trentino i gestori "no slot machine" pagano una tassa per i rifiuti notevolmente ridotta. Piccole cose, e inefficaci contromisure rispetto alla slavina del gioco d'azzardo. Legale e criminale.

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