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sabato 7 maggio 2016

Intervista al Sindaco di Vico Equense

Benedetto Migliaccio
Vico Equense - Il biglietto da visita della penisola sorrentina, la prima tappa da non perdere per bellezza del territorio, qualità dei suoi prodotti e cordialità degli abitanti. In qualità di Sindaco, cosa significa avere in mano le redini di un paese così importante come Vico Equense? Significa accogliere degnamente ospiti illustri, e difendere cultura, tradizioni e paesaggi. Roberto Pane, nella Relazione al PUT lo ha descritto mirabilmente; Vico Equense è il luogo dei paesaggi sublimi, dei monumenti (la Cattedrale in primis), delle “visioni diffuse”, della straordinaria biodiversità, delle singolarità geomorfologiche (il ghiacciaio, le sorgenti, gli spacchi, le grotte). Dopo anni di scetticismo oggi, grazie al Convegno sulle Architetture Rurali, il Paesaggio di Vico Equense è stato scelto per la Mostra alla Sala Dorica di Palazzo Reale durante le Giornate Europee del Patrimonio. Con la demolizione dell’ Ecomostro di Alimuri, ed il restauro della Cattedrale in città v’ è consapevolezza diffusa degli straordinari valori da difendere; l’ identità ed il genius loci di Vico Equense è oggi più forte che mai. Vico è terra di Cultura, sempre protagonista dal Rinascimento con Della Porta e Paolo Regio, all’ Illuminismo con Filangieri, Intieri e Serio, alle battaglie di Libertà con Mons. Natale; ecco, essere Sindaco di Vico significa avvertire questa responsabilità, alimentare e non frenare lo straordinario entusiasmo che si sta sviluppando in Città; non solo straordinari sapori, ma anche arte, cultura, artigianato e convivialità. La Sua amministrazione ha dimostrato che dedicare attenzione alla cultura, ai giovani, all'arte, alla musica e alla valorizzazione del territorio è una scelta vincente. Basti pensare al successo annuale del Social World Film Festival, un mix di giovani e amore per la cultura, o all'ultimo grande successo che ha visto la "pizza" protagonista del paese. Entrambi gli eventi profumano di buono; il messaggio positivo è che “a Vico si può”. I successi dei giovani del Social e dei maestri della Pizza nascono dall’entusiasmo, dall’ unione e dal supporto delle Istituzioni. Si può andar lontano con tante altre iniziative; ma, bisogna conservare unità ed umiltà. Restando in tema di giovani e arte, vi era, un po' di tempo fa, un ragazzo autodidatta, figlio di questa città, che dipingeva gli splendidi panorami della città con pochi strumenti; un giorno fu notato dal Conte Giusso e la sua vita cambiò. Quel giovane ragazzo è Antonio Asturi, ormai uno dei fiori all'occhiello di Vico Equense. Con il Museo più che uscire dall’ irriconoscenza verso il Maestro, sfrutteremo il suo occhio sul mondo: i Paesaggi, le città Napoli Parigi e Barcellona, gli animali e le persone, uomini celebri ed umili artigiani, vecchiette. Tutto letto tramite un vicano di straordinario talento! Vogliamo che proprio il suo talento guidi la straordinaria esperienza di Museo Aperto di Città, dove i contenuti sono non più solo quelli racchiusi in una sala, ma sparsi prima nella Casa Comunale e poi lungo tutto il paese, dal mare alla montagna. La sala museale, dunque, rappresenta il nodo che rimanda a tutto il territorio, i contenuti museali non si riducono all’ esposizione, ma rimandano all’ infinito patrimonio di arte, cultura, bellezza e sapori sparsi un po’ dovunque: “musealizzare la Città” con l’ occhio severo, vigile e benevole del Maestro.

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