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sabato 7 maggio 2016

Il Nobel Stefan Hell a Vico: "Continuo nella ricerca per sconfiggere il cancro e le malattie neurodegenerative"

di Claudia Esposito

Vico Equense - "Ho molto sentito parlare di Vico Equense, della penisola sorrentina e della vostra Regione, ed ero curioso di ammirare queste bellezze da vicino grazie anche a questo clima meraviglioso che noi in Germania non abbiamo". Esordisce così il premio Nobel Stefan Hell, giunto a Vico Equense con la famiglia a visitare il Museo mineralogico campano - Fondazione Discepolo, l'ente che organizza il Premio scientifico Capo d'Orlando di cui è stato insignito al Castello Giusso. Cordiale e disponibile, ma soprattutto curioso di scoprire i fossili, le gemme, i minerali, la collezione malacologica e tutti i reperti, ammirati con stupore anche dai bimbi, che sgranano gli occhi al solo sentire parlare di dinosauri e del piccolo Ciro, lo "Scipionix Samniticus", il cui diorama è la mascotte del museo. A dare il benvenuto all'illustre ospite anche il sindaco Benedetto Migliaccio: "Siamo lieti di ospitare in Città personalità scientifiche di fama mondiale quali il Nobel Hell - ha commentato - speriamo che, dopo essere rimasto colpito dalle nostre bellezze posso tornare presto a trovarci con la famiglia". "Ė nostra tradizione - ha continuato il direttore del Museo mineralogico campano Umberto Celentano - estendere la nostra ospitalità a tutta la Regione per far conoscere il patrimonio paesaggistico, storico, artistico e culturale delle nostre terre. Siamo veramente orgogliosi di accogliere oggi il dodicesimo Premio Nobel della storia del "Premio Capo d'Orlando, vista anche la "laudatio" che ne è stata fatta da un altro Nobel, il professor Erwin Neher, insignito da noi nel 2014. Un attestato di stima tra illustri personalità della scienza ma anche verso il nostro Premio che quest'anno raggiunge la maggiore età e che contribuisce a divulgare il nome di Vico Equense nella comunità scientifica mondiale". Inevitabili per Hell due battute con la stampa nazionale e locale, ansiosa di capirne di più del suo lavoro che gli è valso il Nobel per la Chimica nel 2014.
 
"I microscopi tradizionali - ha spiegato - avevano il limite di non poter studiare le cellule viventi. La mia scoperta, il microscopio a fluorescenza ad altissima risoluzione, consente di vedere le cellule e le loro molecole in attività su scala nanoscopica". Un'innovazione tecnologica che non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per nuovi studi e ricerche, destinate ad aprire scenari promettenti soprattutto nella biomedicina dei prossimi anni: "Tutte le malattie - continua Hell - sono riconducibili a un malfunzionamento dei meccanismi cellulari. Osservare il comportamento delle cellule malate può far capire le cause di patologie che ad oggi fanno ancora paura quali Aids, cancro, e morbi neurodegenerativi quali Parkinson e Alzheimer. Per questo - conclude il Nobel - continuo a lavorare per rendere il microscopio a fluorescenza sempre più efficiente, meno costoso è più facile da utilizzare per gli ospedali attivi nel settore della ricerca scientifica, affinchè tutti insieme possiamo contrastare al più presto le malattie che minano ancora oggi la qualità e le aspettative di vita dell'uomo del terzo millennio". Nel corso della cerimonia sono stati insigniti anche Evelina Christillin, presidente del Museo egizio di Torino per la sezione Management culturale, Mario Orfeo, direttore del Tg1 per la sezione Comunicazione multimediale, la giornalista del "Corriere della Sera" Anna Meldolesi per la sezione Divulgazione e Adolfo Guzzini, presidente della "iGuzzini illuminazione " per la sezione Scienza e Industria. I premiati si sono quindi avvicendati nello spiegare al pubblico le tematiche dei rispettivi campi d'interesse, dal microscopio ottico, al ruolo della divulgazione scientifica e della luce come strumento di comunicazione sociale per finire al recente restyling del Museo egizio di Torino che resta nella top ten dei musei più visitati d'Italia e d'Europa e che quindici giorni fa ha festeggiato il milionesimo visitatore. Ieri sera si è inoltre conclusa la mostra "Arte e scienza: 30 artisti illustrano la scoperta del bosone di Higgs al Cern" organizzata sempre dal Museo mineralogico campano in collaborazione con l'ente svizzero e l'Istituto nazionale di fisica nucleare. "Crediamo - conclude il direttore Celentano - di aver onorato al meglio questa edizione offrendo alla Città una settimana di iniziative scientifiche in una cornice storica di assoluto prestigio quale il Castello Giusso, che è stato eccezionalmente aperto al pubblico per una settimana grazie alla disponibilità dei suoi amministratori. Qui abbiamo potuto ospitare incontri e mostre che hanno spaziato dalla chimica all'astronomia per finire con la divulgazione scientifica che abbiamo visto essere comunicabile anche attraverso l'arte".

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