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| Catello Celentano e sua moglie Maria |
Fonte: Gianni Leoni da QN (Quotidiano Nazionale)
Sorrento - Vent’anni sono passati da quando il Monte Faito, sopra Vico Equense, inghiottì la nostra bambina. Venti lunghissimi, interminabili anni carichi di illusioni e di delusioni, di piste fasulle e di speranze ogni volta rinnovate. Era un giorno di festa e sulla montagna: canti, giochi, gli strilli festosi dei bambini, il profumo invadente degli arrosti, dolci, foto ricordo. Poi...». Poi, d'improvviso, quella domanda ancora in sospeso: dov'è Angela? Lei, Catello Celentano, e sua moglie Maria aspettate e sperate, sperate e aspettate. «Sì, con tanta fiducia anche perché negli ultimi tempi le indagini hanno fatto registrare una decisa accelerata. E questo grazie all'interessamento di tanti: dal presidente Mattarella a Renzi, dal ministro Orlando ad altri, fino al governo messicano che ha stanziato una sorta di taglia di un milione e mezzo di pesos, più o meno 85mila euro, per chi fornirà notizie utili al ritrovamento della nostra bambina. Un grazie sincero a tutti e in particolare alle istituzioni italiane che si sono date da fare. Molte persone hanno attraversato l'oceano per approfondire le indagini. Ormai in Messico manca solo la bandiera italiana». Tante segnalazioni, tante rinnovate delusioni. Maghi, zingara trafficanti di minori, maniaci, mitomani. Ogni volta un allarme, ogni volta la fiammella di una nuova speranza, ogni volta nulla di concreto. «Un tormento. Viaggi col batticuore, rientri con l'animo pieno di tristezza in attesa di ripartire per un nuovo controllo. E stato un percorso lungo e complicato. Non ci siamo mai persi d'animo. Ma adesso siamo fiduciosi, molto fiduciosi. La pista del Messico può essere valida. Insomma: ci crediamo e va approfondita».
Perché? «Abbiamo visto la foto della ragazza diciamo così, 'sospetta'. Molti tratti sono quelli della nostra Angela, Certo, quando il monte la inghiottì aveva tre anni. Il tempo cambia le fisionomie, ma altre caratteristiche restano immutate. E noi quei piccoli dettagli, quelle espressioni, li abbiamo notati e ci ricordano la nostra bambina di allora. Senza contare, poi, che si tratta di una foto autentica, senza ritocchi. Lo hanno detto gli esperti». Dal Faito al Messico, un viaggio lungo vent'anni. E in mezzo? «In mezzo ci sono la nostra sofferenza e la nostra speranza. Tutto e niente. Un limbo animato da volti e da illusioni, mai da rassegnazione. Stavolta, finalmente, c'è qualcosa di più. Ed è qualcosa di concreto. Viviamo una nuova emozione. Voglio ricordare che la cameretta di Angela è sempre come quando lei sparì. Nell’ìngresso della nostra casa ci sono ancora i disegnini dei bimbi. Erano sulle pareti allora e lì sono rimasti. Questo perché abbiamo sempre aspettato nostra figlia. Ci siamo anche chiesti come può essere adesso. Certamente bellissima, come le sorelle. E nata l' 11 giugno 1993, è sparita di sabato, il 10 agosto '96». Anche una mostra fotografica ricorda vostra figlia. «E stata allestita mettendo insieme, uno dopo l'altro, gli spezzoni di tanti momenti. Si comincia da quel giorno di festa sul Faito e via un'immagine dopo l'altra sui vari momenti: le ricerche, le speranze, i viaggi, le segnalazioni. Un dossier per Angela, una raccolta di tanti dettagli che ci hanno accompagnato da allora fino a oggi. Questa piccola mostra è stata messa a punto da due amici: Erica Di Palma e Nicolino, che è svizzero».

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