di Paolo de Rosa
Vico Equense - Che cosa fare con la galleria di Santa Maria di Pozzano? Questo è il nodo centrale del problema viabilità in costiera sorrentina. Progettata nel lontano 1979, aperta nel 2014 dopo 35 anni di attesa - tra cantieri aperti e chiusi più volte e problemi geomorfologici del tratto roccioso, con un costo previsto di 10 milioni arrivato poi ai finali 74 milioni di euro - la galleria si innesta su quella già esistente di Seiano, inaugurata negli anni ottanta, formando un'unica galleria lunga 5 km, una tra le più lunghe d'Italia. Un sogno che si è avverato dopo tanti anni che, secondo le attese dell'epoca, avrebbe consentito di arrivare da Castellammare a Seiano in pochi minuti e raggiungere le località della costiera, saltando il centro abitato di Vico Equense e il tratto di strada disseminata da lidi e stabilimenti balneari. Le cose sono andate diversamente, il tunnel si sta dimostrando sempre più la soluzione peggiore ai problemi che avrebbe dovuto risolvere. L’ex Sindaco Giuseppe Dilengite ha indetto una petizione raccogliendo centinaia di firme, invitando più volte l’Amministrazione comunale ad attivarsi sull’emergenza viabilità e sui danni ambientali che la galleria di Santa Maria di Pozzano sta arrecando alla Città di Vico Equense. Franco Cuomo, coordinatore del circolo VAS, ha chiesto all’ANAS, “l’unica vera responsabile di questo disastro ambientale e urbanistico”, l’immediata apertura del vecchio tratto con uscita allo Scraio, quest’ultimo dovrebbe poter rimanere sempre in funzione consentendo il traffico in entrambe le direzioni, com’era una volta, e poi successivamente, ad adeguamenti tecnici ultimati, rimanere aperto solo nella direzione Sorrento in entrata, mentre nella sola direzione Napoli da Seiano, il percorso dovrebbe essere fatto nella nuova galleria. “Chi dice – si legge nella nota dei VAS - che questo non si può fare lo dice capziosamente solo per avvalorare altri disegni e progetti nefasti dell’ANAS, uno tra tanti, l’aberrazione di un nuovo tunnel che dovrebbe attraversare la montagna di Scutolo e sbucare a Meta di Sorrento. I VAS ritengono che l’ambiente e l’ecosistema della Penisola Sorrentina sia ormai irrimediabilmente compromesso, ma, si può ancora fare qualcosa, attuando queste misure per la gestione minima di un danno dalle proporzioni incalcolabili”.

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