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giovedì 3 novembre 2016

Olio cinese, un affare dorato. C`è l`ombra del mercato nero

Avanza l'inchiesta dopo il ritrovamento di 200 litri diretti a un ristorante Ipotesi degli 007: «Produzione in calo, così si fanno operazioni a basso costo»  

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis 

Sorrento - Un mercato illegale a cui si rivolgono frequentemente spregiudicati imprenditori della ristorazione per risparmiare costi di acquisto e affrontare al meglio il calo della produzione locale. E tutto ciò a dispetto dei clienti, in prevalenza stranieri, ignari di essere i consumatori di un prodotto tutt'altro che di qualità. E' questa l'inquietante ipotesi oggi al centro delle indagini della polizia di Sorrento. Si avanza a tambur battente senza escludere nessuna possibilità dopo il fermo di 200 litri di olio sospetti con una dicitura in cinese sulla bottiglia e il logo Made in Italy a campeggiare accanto all'etichetta. Il "corriere" bloccato a Punta Scutolo, un commerciante di origini napoletane, "attenzionato" dalle forze dell'ordine, ha chiarito immediatamente agli agenti che quel piccolo carico era stato prenotato da tempo da un ristorante di lusso di Sorrento. Un locale molto in voga anche sui portali di pubblicità per turisti che si è visto "sottrarre" l'olio dopo il controllo di routine dei poliziotti. Caso sporadico o traccia concreta di una rete ben più ampia di contraffazione dell'oro giallo per i locali della penisola sorrentina? E' questo uno degli interrogativi principali che aleggiano sull'intera vicenda e a cui i poliziotti del commissariato di Sorrento tentano di dare risposte incisive a stretto giro. Emergono comunque nuovi elementi che gli investigatori ritengono «decisamente importanti perché sostengono la possibilità di una rete fuorilegge di approvvigionamento».
 
All'interno della vettura dove erano stipate in alcuni contenitori le bottiglie di olio, infatti, non c'era alcun documento che attestasse chiaramente quantità e caratteristiche della mercé ne è stato rinvenuto il certificato in cui si sarebbe dovuta precisare l'origine del prodotto. Coordinati dal vicequestore Donatella Grassi, i poliziotti stanno lavorando sodo per ricostruire i canali del giro dell'olio in una terra famosa in tutto il mondo anche per l'oro giallo Dop. Che oltre a vantare la più alta concentrazione di ristoranti stellati in Europa si fa anche portavoce dell'importanza del prodotto con un premio italiano molto noto, il "Sirena d'Oro", già patrocinato dal governo e che viene presentato annualmente a Roma. L'elemento chiave che induce a pensare alla presenza di un circuito di contraffazione dell'olio viene alimentata anche da altri particolari. A cominciare anche dalla riduzione della produzione. A Sorrento e dintorni, come hanno già avuto modo di rilevare le forze dell'ordine, è stato registrato un sostanzioso calo dei numeri. Rispetto all'annualità 2015, insomma, l'affare dell'olio di Sorrento è in calo. E dunque viene a galla la possibilità che per fronteggiare questo crollo, almeno temporaneamente, ci stia rivolgendo a un mercato parallelo. Una filiera esterna allestita non soltanto per provare a spendere meno soldi per acquistare le olive. Ma anche per risparmiare. Intanto, in queste ore i responsabili dell'Asl Napoli Sud stanno svolgendo gli esami di rito sull'olio. Analisi di laboratorio espressamente richieste dalla polizia per accertare con esattezza l'origine e la qualità del merce fermata a Meta. Solo dopo gli accertamenti potrà essere delineato un quadro più chiaro.

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