Sorrento - Nel giorno in cui i media e la stampa, nazionale ed internazionale, riportano la notizia che il ristorante “Don Alfonso 1890” di Sant’Agata sui Due Golfi, occupa il primo posto, nella classifica nazionale, e il quinto posto, a livello mondiale, tra i ristoranti che offrono una cucina raffinata, prescelta dalla clientela, lo scrittore Raffaele Lauro annunzia di aver portato a compimento e licenziato, dopo un intenso anno, il suo nuovo lavoro, narrativo, letterario e gastronomico, dal titolo “Don Alfonso 1890 - Salvatore Di Giacomo e Sant’Agata sui Due Golfi”, in uscita a giugno 2017. Il romanzo, di 600 pagine, sarà pubblicato dalla GoldenGate Edizioni di Roma ed è articolato in due parti. La prima narra l’epopea umana, familiare e imprenditoriale, di don Alfonso Costanzo Iaccarino, dalla nascita, nel 1872, alla scomparsa, nel 1952, con il passaggio ideale di testimone al nipote Alfonso, figlio di Ernesto. Dalla perdita del padre Luigi all’emigrazione, a tredici anni, a New York; dalle esperienze lavorative americane al rientro, in Italia, con l’apertura della Pensione Iaccarino; dal successo del suo albergo-ristorante alla collaborazione con i figli, che ampliano le sue iniziative imprenditoriali, a Sorrento e a Roma. Il filo conduttore della prima parte è rappresentato dall’amicizia tra don Alfonso e il grande poeta napoletano, Salvatore Di Giacomo, che soggiornò, a Sant’Agata sui Due Golfi, d’estate, dal 1909 al 1930.
Altri personaggi storici, significativi, che occupano la scena del romanzo, nella prima parte, oltre a Di Giacomo: il drammaturgo Roberto Bracco, il compositore Francesco Cilea, il tenore Enrico Caruso, lo scrittore Norman Douglas, lo scienziato Antonio Meucci, il filosofo Benedetto Croce, il poeta Gabriele D’Annunzio, il filosofo settecentesco Giovanni Battista Della Porta, il poeta vernacolare Saltovar, il poeta Torquato Tasso, lo storico Bartolommeo Capasso, il commediografo Edoardo Scarpetta, il sindaco-albergatore di Sorrento, Guglielmo Tramontano, il sindaco-albergatore di Massa Lubrense, Luigi Iaccarino, gli artisti-fratelli, Giambattista ed Ernesto De Curtis. Nella seconda parte, intitolata “Le Peracciole”, luogo simbolo della cucina mediterranea di don Alfonso, si ricostruisce, attraverso un dialogo ideale, ambientato, nel 2006, nella tenuta agricola di Punta Campanella, tra don Alfonso Iaccarino jr. e il manager alberghiero, Aniello (Nello) Lauro, suo grande amico ed estimatore, l’epopea, umana, gastronomica e imprenditoriale, di don Alfonso e della moglie Livia, collaborati dai figli Ernesto e Mario: dalle iniziali intuizioni alla prime coraggiose scelte, fino a raggiungere, di tappa in tappa, dal 1973 al 2017, il podio dei più prestigiosi ristoranti del mondo. Anche la seconda parte è occupata da una folla di personaggi storici del mondo della politica, delle istituzioni, della gastronomia, della musica e dello spettacolo. Tra gli altri: il presidente Francesco Cossiga, il presidente Carlo Azeglio Ciampi, l’enologo-gastronomo Luigi Veronelli, la cantante francese Mireille Matthieu e il grande artista bolognese, amico di Alfonso e di Livia, Lucio Dalla. “Sono onorato di aver dedicato un anno alle ricerche e alla scrittura di questo libro, pieno di amore per la vita, per la natura, per la bellezza, per la cucina e per l’arte, il cui risultato risulta, oggi, per me, molto gratificante, come spero lo sia per i protagonisti assoluti dell’opera, Alfonso e Livia Iaccarino, della cui fraterna amicizia mi onoro, da sempre, insieme a quella, loro, con il mio compianto fratello Nello, scomparso nel 2008. Nel momento in cui licenzio le bozze di stampa, in attesa del giudizio sovrano dei lettori, avverto il dovere di ringraziare quanti mi hanno collaborato, a diverso titolo: Alfonso e Livia Iaccarino, Carla Iaccarino, Luigi Poi, Diego Piroddi, Riccardo Piroddi, Donato Iaccarino, Stefano Ruocco, Antonino Siniscalchi, Mauro Siniscalchi, Salvatore Ferraro, Giovanni D’Esposito, Lello Ravenna, Luca Mascolo e Teresa Biagioli”.
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