di Filomena Baratto
Vico Equense - Ci piace conoscere l’oroscopo del giorno, le previsioni del tempo, il bollettino dei morti in autostrada, quattro notizie dal mondo, che fine fanno i nostri soldi, dove faremo la vacanza, come imbrogliare il prossimo, ma di quello che è accaduto prima di noi, non ce ne frega proprio niente. Anche a scuola non lo si studia, non ci si arriva mai, non c’è tempo. Magari, poi, un insegnante vero ti fa conoscere il passato e tu cominci a capire tante cose. Il passato, poi, non è riportato allo stesso modo da tutti, si sa, perché sono i vincitori a fare la storia, e allora te la devi andare a cercare la causa, la motivazione, per capire come si è arrivati a oggi. Fino alle scuole medie sai che è la festa della Repubblica, ma ancora non conosci bene i motivi. Successivamente ti armi di pazienza e studi e leggi e cerchi e ti fai un quadro di cause ed effetti e capisci che la storia non è solo un ammasso di date, ma tanti fatti che vanno ad incastrarsi. Il 2 giugno 1946 il popolo fu chiamato a decidere tra la Monarchia o la Repubblica. La situazione non era delle migliori, il clima che si respirava era pieno di contrasti, conflitti sociali e aspri ideali. Si dissolverà proprio il partito che aveva dato voce alla Resistenza e alla lotta partigiana, ovvero il Partito d’Azione.
L’importanza di questo Referendum fu che, oltre a scegliere tra la Repubblica o la Monarchia, votarono per la prima volta le donne, che avevano dato un grande impulso alla lotta partigiana. Votò l’89% degli Italiani esprimendosi con il 54% per la Repubblica e poco meno del 46% per la Monarchia, distribuiti al nord per la Repubblica e al sud per la Monarchia. Al Nord ci fu uno schiacciante consenso per le Sinistre con il 75% di preferenze. La Monarchia scomparve per le responsabilità avute durante il regime fascista, nasceva così l’Italia democratica fondata sulla libertà con un ruolo centrale dei Partiti. Il presidente dell’Assemblea Costituente scelse come capo provvisorio dello stato Enrico De Nicola, avvocato napoletano di stampo monarchico, la sua scelta avvenne per affievolire i contrapposti orientamenti tra nord e sud. De Gasperi fu incaricato di formare il Governo che subito si trovò di fronte al problema della collaborazione dei Comunisti. Pio XII che aveva dovuto convivere col fascismo così come i ceti medi che avevano contribuito al successo della democrazia, spingevano per la rottura con le forze di sinistra. De Gasperi dovette collaborare col PCI per due motivi fondamentali: la preparazione della Carta costituzionale della Repubblica Italiana e la ratifica del Trattato di pace con le potenze vincitrici. Il Trattato, firmato nel 1947, imposto dagli alleati, esprimeva un atteggiamento punitivo nei confronti dell’Italia, considerata la responsabile della guerra dichiarata dal Re e da Mussolini. L’Italia perse territori come Briga e colle di Tenda che dovette cedere alla Francia oltre all’Istria e alla Dalmazia alla Jugoslavia. La firma di questo trattato pose fine alla guerra mondiale. Il due giugno è la nascita della Nazione e oggi il suo settantesimo compleanno. E’ importante conoscere le proprie radici, sapere chi siamo e da dove veniamo ci rende l’idea anche di dove andiamo. E non si capisce come di tanto in tanto si hanno delle insofferenze per queste feste storiche. Mi piace ripercorrere le nostre orme e il sapere è la forma più alta di potere che si possa avere.
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