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giovedì 31 agosto 2017

Sant`Agnello, in Vaticano la guerra Arcivescovo-fedeli

Chiesa di Sant'Agnello
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Sant'Agnello - Di vedere soppresso quel privilegio che i loro antenati hanno conquistato secoli fa, non ne vogliono sapere. E per difenderlo sono pronti a una guerra a colpi di carte bollate contro l'arcivescovo di Sorrento, «reo» di nominato un amministratore per la comunità ecclesiale di Sant'Agnello evitando così di indire le elezioni previste dal diritto canonico. «Non ci faremo scippare il diritto di scegliere il parroco attraverso il voto - ribadiscono 70 fedeli durante una manifestazione pubblica - Arriveremo in Vaticano pur di vedere annullate le nomine firmate da monsignor Alfano e di andare alle urne». L'appello alla pacatezza, che l'arcivescovo aveva lanciato dieci giorni fa attraverso le pagine de «Il Mattino», sembra destinato a infrangersi contro la determinazione del movimento per la difesa del diritto di patronato. Che, infatti, ha già avviato la procedura per ottenere l'annullamento della nomina di don Francesco Iaccarino alla guida della parrocchia dei Santi Prisco e Agnello, una delle 21 al mondo e delle sette in penisola sorrentina dove i fedeli conservano il diritto di eleggere la propria guida spirituale a suffragio universale e diretto. «Abbiamo già illustrato le nostre ragioni all'arcivescovo», annuncia Rosario Salerno, firmatario della lettera con cui alcuni fedeli hanno chiesto la revoca della nomina di don Iaccarino e l'indizione delle elezioni: uno step indispensabile per evitare che, decorsi i termini, La nomina del prete l'atto firmato da monsignor Alfano si cristallizzasse fino a diventare inattaccabile. Quelle righe, a breve, potrebbero segnare l'inizio di un contenzioso con pochi precedenti nella storia. «Se l'arcivescovo non dovesse accogliere il nostro invito entro il 16 settembre, ci rivolgeremo alla Curia romana: il ricorso è già pronto», aggiunge Salerno che non esita a citare Papa Francesco per corroborare le proprie tesi: «Bergoglio invita il clero a non alzare muri, ma a costruire ponti. Nominando un amministratore e negando le elezioni ai fedeli, monsignor Alfano ha fatto il contrario. Noi non veniamo con mazze e pietre, ma siamo pronti a utilizzare gli strumenti che il diritto canonico ci offre».
 
La manifestazione ospitata ieri nella sede della Società operaia offre al movimento la possibilità di rispondere alle recenti affermazioni dell'arcivescovo, secondo il quale l'elezione dei parroci da parte dei fedeli «mal si colloca m un contesto ecclesiale di comunione e di partecipazione». «Il diritto di patronato è ancora in vigore - sottolinea Raffaele Di Palma -. È sopravvissuto alla riforma del Codice promossa da Papa Wojtyla. Senza dimenticare che, nella Chiesa cattolica, è prevista l'elezione anche di altre figure. E questo non lo si può ignorare». La battaglia per le urne potrebbe presto coinvolgere altre comunità ecclesiali della Costiera alla guida delle quali l'arcivescovo ha nominato amministratori anziché lasciare ai fedeli la possibilità di scelta. «Rispettiamo monsignor Alfano conclude Di Palma - ma non fare mo sconti: lottiamo in difesa di un diritto che i nostri avi si sono assicurati col sudore della fronte, costruendo e mantenendo a proprie spese le chiese dove oggi ci riuniamo per pregare».

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