Vincenzo De Luca |
Una proposta di legge confezionata in cinque articoli per sfidare il governo e le forze politiche sullo scivoloso tema dell'abusivismo. Vincenzo De Luca non solo ci prova ad uscire dall'angolo, dopo che la sua iniziativa legislativa approvata dal consiglio regionale è stata impugnata dall'esecutivo Gentiloni davanti alla Consulta, ma con l'abilità di un esperto giocatore di poker addirittura rilancia sul tavolo verde. Il ritornello è sempre lo stesso: «L'Italia del fare finta, delle mezze verità, dell'ipocrisia e delle chiacchiere». Mentre lui è l'unico a fare sul serio, tanto da presentare una proposta di legge che se non sarà accolta in parlamento è come se non fosse mai esistita. Ma al presidente della Regione tanto basta per alzare i toni. «Non abbiamo mai previsto sanatorie — ha precisato in conferenza stampa —. E mai abbiamo parlato di abusi di necessità: questa è una espressione usata dai 5 stelle. L'abuso è un abuso e non è mai di necessità. Io ho sempre e solo parlato di condizioni sociali di bisogno. Ma nelle ultime settimane ho sentito di tutto, persino che noi in Campania avremmo voluto sanare gli abusi». Da qui, la sfida lanciata a chi, eventualmente, vorrà raccoglierla: i) Aumento delle pene; 2) Prolungamento della prescrizione; 3) Sospensione della pena solo se c'è abbattimento ad opera dell'autore dell'abuso; 4) Sospensione da Albi professionali e Registro delle imprese rispettivamente per i tecnici che hanno autorizzato l'abuso e per le imprese che lo realizzano; 5) Sanzioni a carico delle aziende erogatrici di servizi pubblici che sottoscrivano contratti di utenza;
6) Misure straordinarie per gli abbattimenti, demandando ad una agenzia nazionale le demolizioni. Ma anzitutto elevare la qualifica dei reati edilizi ed urbanistici da contravvenzioni a delitti: «Una qualificazione giuridica che si rende necessaria — è scritto nella presentazione della bozza — per le presenti finalità d'inasprimento sanzionatorio, considerato che mentre per le contravvenzioni non può prevedersi l'arresto superiore a tre anni, per i delitti è possibile prevedere una pena di reclusione superiore a tale soglia. E quindi senza incorrere nel rischio di una sospensione della pena». La proposta di legge prevede «il carcere fino a tre anni per le zone vincolate e fino a cinque per le zone sottoposte a vincolo assoluto. E comunque qualsiasi attenuazione della pena non si potrà avere prima dell'avvio della demolizione». De Luca, che ha riferito di aver informato della sua iniziativa alcuni parlamentari non soltanto del Pd, prevede anche «per le imprese che realizzano edifici abusivi la sospensione dal registro delle imprese da due a cinque anni e in caso di reiterazione la sospensione per cinque anni. Una sospensione anche per i professionisti dall'albo professionale da due a cinque anni se contribuiscono alla realizzazione di edifici abusivi». Inoltre viene contemplata la decuplicazione delle ammende e la «costituzione di un'agenzia nazionale per le demolizioni che risolva — ha provocatoriamente ribadito La bozza La nostra soluzione si compone di cinque articoli, potrebbero approvarla in poche ore il governatore — i problemi a livello locale che si verificano con minacce e intimidazioni. L'agenzia potrà usare il Genio militare, la Protezione civile, e usare davvero i fondi a disposizione per gli abbattimenti, visto che i Comuni dovrebbero prima anticipare le spese e poi incassare, ma spesso non hanno i fondi per abbattere». Il governatore ha per questo specificato: «In Italia ci sono 1 milione 200 mila alloggi abusivi, 5 milioni di pratiche di condono pendenti, di cui 3 milioni dal 1985 e solo dal 2012 al 2017 sono state costruite 113.000 case abusive. Evidentemente quelle a disposizione oggi dello Stato sono armi spuntate, visti questi numeri». Insomma, la sfida è soprattutto sulla concretezza, ma anche sulla volontà di risolvere un problema che finora non è stato — ha voluto dimostrare il presidente della giunta — nemmeno toccato dai provvedimenti di contrasto varati, di volta in volta, dal parlamento. «La nostra legge consta di cinque articoli — ha rilanciato — che si possono approvare in un mese. Fosse per me ci metterei 48 ore, con una riunione di capigruppo e mettendo la fiducia, come si fece per la riforma pensionistica. Se si vuole davvero estirpare l'abusivismo, adottando misure anche non popolarissime ma efficacissime., occorre far proprio questa iniziativa. Altrimenti si continuerà a fare chiacchiere». Angelo Agrippa
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