Andrea Di Martino |
Fonte: Fiorangela D’Amora da Il Mattino
Castellammare di Stabia - «Sono stato accusato di aver mantenuto i rapporti con alcune forze di maggioranza. Ma la mia "colpa" più grande è quella di non essere gradito al capogruppo del Pd di Castellammare». Andrea di Martino, vicesindaco uscente della giunta stabiese rompe il silenzio che dura da oltre quindi giorni e passa all'azione annunciando le sue dimissioni. «È il terzo venerdì trascorso dall'ultimo colloquio con il sindaco, incontro durante il quale mi sono state spiegate le motivazioni del mio allontanamento dalla giunta. Non mi sono dimesso prima per non intralciare l'attività amministrativa, ma ora tornerò al mio lavoro». Dall'8 settembre, giorno del faccia a faccia con il sindaco Antonio Pannullo, la stanza che occupava Di Martino presso Palazzo Farnese è stata riassegnata, male sue deleghe ancora no. Allontanato dalla squadra di governo, ma ancora formalmente in carica. Il rimpasto che sta bloccando il governo della città dura ormai da un mese. E mentre il sindaco è ancora impegnato nel ritrovare equilibrio tra le forze politiche e una maggioranza in consiglio, Andrea di Martino lunedì sarà a Roma per ricoprire nuovamente il suo incarico di responsabile delle relazioni esterne del gruppo Pd alla Camera. «La mia nomina a Castellammare non era del partito ma del primo cittadino ma questo non è bastato. Ho scoperto che le divergenze su come debba funzionare la macchina amministrativa con il capogruppo Pd sono state decisive», afferma. L'uomo che ha deciso la sua esclusione è Francesco levino, secondo di Martino, che non nasconde più i malumori per un governo che si muove a suo dire sulla decisione di pochi e in particolare della corrente del Pd che fa riferimento al consigliere regionale Mario Casillo.
Tra le divergenze anche il ruolo di Sint che «andava liquidata» così come vorrebbe la riforma Madia. «Con fatica abbiamo provato a uscire dal dissesto e spero che le decisioni che saranno prese in futuro - conclude l'ex vicesindaco - non aggravino la situazione». Passano così atre le dimissioni dei componenti della giunta. Prima avevano lasciato l'incarico Annalisa Armeno in quota Pd per scelte lavorative e Giuseppe Iozzino di Area Civica, che con il suo gesto aprì la crisi di governo. Tré poltrone che non sono state ancora occupate e non lo saranno ancora per giorni. L'ultimo atto del sindaco per uscire da questa impasse politica è l'apertura al gruppo di Area Civica formato da quattro eletti: Nino Giordano, Angela Duilio, Eutalia Esposito e Salvatore Ercolano. Un passo ufficiale fatto ieri attraverso un documento: «Ho deciso di procedere alla rivisitazione della compagine di governo - scrive il primo cittadino - per trovare quella sintesi che permetta di sentirsi parte integrante e forte di questa maggioranza, partecipando, collaborando e condividendo concretamente e democraticamente le scelte da porre in essere per il solo ed esclusivo bene e governo della città». Pannullo esclude le trattative con alcuni dei dissidenti, ovvero i due consiglieri di Campania Libera: Ciro Cascone e la neo entrata nel gruppo Tina somma e l'unica consigliera rimasta nella lista di Progetto stabia: Tina Donnarumma. «Ritengo distoniche e non condivisibili le posizioni di alcuni consiglieri e pertanto scrive Pannullo - non ritengo utile, allo stato, che proseguano un percorso politico e amministrativo in questa maggioranza». Gesto condiviso da Area Civica che ha risposto poco dopo prendendo 48 ore di tempo.
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