Piergiorgio Sagristani e Giuseppe Tito |
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Sorrento - Non nasconde l'amarezza. Perché, in cuor suo, Giuseppe Cuomo si aspettava una candidatura alla Camera con i colori di Forza Italia. Lui, berlusconiano della primissima ora e sempre fedele al partito. Lui, sindaco di Sorrento al secondo mandato e quindi senza più alcuna velleità di rielezione. Lui, ex consigliere provinciale di Napoli con la voglia di salire sul treno per Roma. Alla fine, però, è rimasto fuori dai giochi al pari di alcuni colleghi della Costiera, confermando la marginalità politica del comprensorio. “Mi dispiace non aver potuto offrire un contributo come rappresentante di un'area di eccellenza a livello nazionale - spiega Cuomo - La scelta dei candidati rivela la logica che ha mosso la composizione delle liste, senza necessità di commentarle”. Parole al vetriolo, piuttosto insolite per un politico mai sopra le righe e dunque spia di una cocente delusione. Anche perché, sussurra qualche maligno negli uffici di Forza Italia, un fedelissimo come Cuomo è stato bocciato mentre Nello Di Nardo, recentemente rientrato in Forza Italia dopo anni di militanza nel centro-sinistra, è stato premiato con una candidatura al terzo posto nel listino per la Camera.
“Serve una profonda riflessione sugli errori commessi per evitare che si ripetano in futuro - conclude il sindaco di Sorrento - Ora spetta agli elettori fare la propria scelta, nella consapevolezza che il territorio ha perso un'altra occasione”. Opinione condivisa da Giuseppe Tito, primo cittadino di Meta e consigliere metropolitano del Partito Democratico, fino a pochi giorni fa in lizza per un nomination nel collegio uninominale per la Camera: “La scelta dei candidati più vicini ai territori, primo fra tutti la penisola Sorrentina, avrebbe rafforzato il PD che già è atteso da una battaglia difficile”. Certo, a frenare Tito sono state le vicende giudiziarie: il 28 febbraio, quindi quattro giorni prima del voto, il sindaco di Meta rischia il rinvio a giudizio nell'ambito di un'inchiesta della procura di Torre Annunziata su presunti appalti pilotati nel comune. Fatto sta che la sua bocciatura, insieme a quella di Cuomo, condanna ancora una volta la Costiera al ruolo di mero serbatoio di voti destinato a non avere rappresentanza “diretta” in Parlamento. Altro sindaco dato per sicuro candidato alla Camera e poi escluso e Luca Mascolo: “Sono stato io a rifiutare la nomination - dice il primo cittadino di Agerola - Le mie priorità restano il comune e l’ ente idrico campano di cui sono presidente”. Mentre i delusi si leccano le ferite, emerge un retroscena che vede protagoniste Annalisa Vessella, moglie dell'ex deputato centrista Michele Pisacane schierata dal centro-destra nel collegio uninominale di Castellammare, e Conny Cafiero, consorte del sindaco di Sant'Agnello Piergiorgio Sagristani. Secondo indiscrezioni, prima che Vessella fosse individuata come alfiere della coalizione berlusconiana nel collegio stabiese la candidatura sarebbe stato offerta proprio a Cafiero. Un profilo perfetto, quello di lady Sagristani: insegnante, madre di due figli e, soprattutto moglie di un tre volte sindaco ed ex assessore provinciale al turismo. La risposta della diretta interessata? “No, grazie, la politica non è un affare di famiglia”. E così Forza Italia e alleati hanno puntato su un'altra “moglie illustre” come Annalisa Vessella Pisacane: a lei (e al marito) il compito di confermare l'exploit di cui il centrodestra fu protagonista nel 2013.
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