Questa mattina sit-in in piazza Tasso a Sorrento per sensibilizzare Asl e Comuni a trovare una soluzione. Esposto uno striscione
Sorrento - I sindaci della penisola sorrentina si vedranno lunedì 26 febbraio nella sede dell’ex Arips, in altre parole l’Azienda delle Risorse idriche della penisola sorrentina, figlia del CAPS (Consorzio acquedotto penisola sorrentina), di proprietà dei comuni della penisola sorrentina, con all’ordine del giorno la decisione di destinare alcuni locali della struttura al centro d’igiene mentale di Sorrento, che ha le ore contate. A breve, malati psichiatrici, personale sanitario e amministrativo, dovranno abbandonare la struttura di via del Mare che non risulta a norma. L’Asl Napoli 3 Sud ha già chiesto ai sindaci della penisola sorrentina di mettere a disposizione altri locali: un aiuto indispensabile per evitare che gli undici pazienti psichiatrici ricoverati nella struttura residenziale siano trasferiti in altre città e che le circa mille persone prese in carico dal centro restino prive di assistenza. Ma se per questi ultimi sarebbe già stata individuata una soluzione in una struttura della stessa Asl e nel contesto del distretto sanitario; per i ricoverati nel centro di via Del Mare, il futuro non è del tutto chiaro: tre malati, i più anziani, potrebbero essere ricoverati all’Oasi di San Francesco a Castellammare.
Gli altri sette invece, dovrebbero essere sistemati nella la nuova struttura residenziale riabilitativa di Terzigno, già completata e collaudata, ma chiusa in attesa che venga completata la pianta organica. Ad attivare la procedura di chiusura del centro di Sorrento, è stata Antonietta Costantini, direttrice generale dell’Asl, sulla base della relazione stilata dal dipartimento di Salute mentale. Poche righe nelle quali si chiarisce che il centro di via del Mare è «incompatibile con le esigenze dell’attività psichiatrica» e di conseguenza, non può ottenere l’autorizzazione sanitaria. A rendere inadeguata la struttura, che l’Asl ha affittato anni fa da un privato e per la quale sborsa centinaia di migliaia di euro l’anno, sono l’esiguità degli spazi, la presenza di scale e barriere architettoniche, le vie d’uscita. Perciò Costantini ha stabilito che dal primo marzo - termine poi prorogato di un mese - il centro e la residenza dovranno trovare un’altra sede.
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