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sabato 31 marzo 2018

Al voto in 23 Comuni, nuova sfida partiti-5 Stelle

Fonte: Francesco Gravetti da Il Mattino

Ufficialmente sono 23 i comuni della provincia di Napoli nei quali si andrà al voto per il rinnovo del consiglio comunale il prossimo 10 giugno. In realtà pesano due incognite: quella di Marano e quella di Calvizzano. A Marano ci sono i commissari prefettizi arrivati 18 mesi fa in seguito allo scioglimento per camorra del consiglio. Il termine del commissariamento scade proprio a giugno, ma con ogni probabilità ci sarà una ulteriore proroga della gestione commissariale di sei mesi. In quel caso il voto potrebbe slittare di un anno o tenersi a novembre, con una apposita finestra prevista proprio per situazioni del genere. A Calvizzano, invece, la commissione di accesso agli atti amministrativi (preludio di un possibile scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata) ha finito i suoi lavori pochi giorni fa; si attende l'esito dell'ispezione, ma un commissariamento non può essere escluso. I restanti 21 Comuni dove si voterà rappresentano comunque una platea di circa 550mila abitanti (e 450mila elettori): un dato che autorizza a parlare di un test politico importante, che giunge a distanza di pochi mesi dal voto del 4 marzo. Dei 21 centri, 13 hanno una popolazione superiore ai 15mila abitanti: i cittadini voteranno, dunque, con la possibilità del voto disgiunto a sindaco e lista, il doppio turno e l'eventuale ballottaggio quindici giorni dopo.

I Comuni di Caivano, Casandrino, Castellammare di Stabia, Cimitile, Quarto, Torre del Greco e Volla arrivano all'appuntamento elettorale dopo uno scioglimento dovuto a crisi politiche: vicende più o meno turbolente, che fanno ipotizzare una campagna elettorale aspra. Gli altri (Afragola, Boscoreale, Brusciano, Cercola, Cicciano, Forio, Ottaviano, Palma Campania, Pollena Trocchia, Qualiano, San Giuseppe Vesuviano, Sant'Agnello, San Vitaliano e Scisciano) arrivano al voto dopo la scadenza naturale. Il più grande tra i centri dove si voterà è Torre del Greco, che ha quasi 86mila abitanti e circa 73mila elettori. Il più piccolo è Scisciano, con 5775 abitanti e 5127 elettori. Spiccano alcuni casi particolari: per esempio quello di Castellammare, dove il sindaco Pd Antonio Pannullo è stato sfiduciato poco più di un mese fa, a inizio febbraio. Oppure quello di Quarto, dove Rosa Capuozzo era stata la prima sindaca a Cinque Stelle della Campania, prima della rottura col movimento di Grillo e successivamente della crisi della maggioranza. A Torre del Greco, invece, il sindaco eletto col centrodestra Ciro Borriello fu arrestato e rassegnò le dimissioni. Tra le curiosità, l'appuntamento col voto per il presidente regionale Anci (l'associazione dei Comuni italiani), il democrat Domenico Tuccillo di Afragola, e il fatto che a Palma Campania c'è l'unico sindaco della provincia che è anche senatore: è Vincenzo Carbone, eletto a marzo con Forza Italia, che tuttavia non può ricandidarsi perché è arrivato al secondo mandato consecutivo. Tutti i sindaci uscenti sono del Pd o del centrodestra, esclusa Rosa Capuozzo di Quarto che comunque ha rotto coi grillini ben prima della sfiducia. Ed è per questo che pesa soprattutto l'incognita dei 5 Stelle. Il Movimento il 4 marzo ha fatto il pieno di consensi in tutti i Comuni attesi dal turno elettorale. Si tratta di capire se questo successo alle elezioni politiche finirà col ripetersi anche alle amministrative dove, è persino banale dirlo, le condizioni sono comunque molto diverse. La legge elettorale delle amministrative, peraltro, si basa sulle preferenze, sull'elezione diretta del primo cittadino e, soprattutto, sulla possibilità di andare in coalizione: circostanza sempre respinta dai grillini, che rifiutano le alleanze sul territorio. Si tratta di capire se il vento del cambiamento continuerà a soffiare, magari favorendo nuove soluzioni e movimenti civici diversi anche dai Cinque Stelle, o se saranno confermati gli equilibri attuali, che peraltro hanno portato anche a casi di buona amministrazione.

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