Tra Pomigliano e Pozzuoli scattano 3 seggi, ma quelli in lista sono già eletti. 13 saranno ripescati fuori Campania
Fonte: Roberto Fuccillo da La Repubblica Napoli
A volerci scherzar su si potrebbe dire "chi è causa del suo mal...". Sta di fatto che Luigi Di Maio, premier in pectore dei Cinque stelle, ha un po' esagerato coi voti, proprio nella sua terra, e rischia di far perdere ai suoi compagni tre seggi. Il paradosso, frutto dei bizantinismi della legge elettorale, è stato denunciato da Di Maio stesso, proprio durante la festa dell'altra sera a Pomigliano: il movimento rischia di perdere del tutto un posto in Sicilia e di vedere tre seggi maturati in Campania coperti in realtà da candidati di altre regioni. I tre seggi sono maturati tutti nel collegio plurinominale in cui lui era capolista, l'area che si estende da Pozzuoli a Pomigliano. Qui, l'attribuzione dei posti ha portato in dono al M5S ben 5 piazze, una in più dei quattro nomi proposti nel listino. Inoltre in quel listino c'erano anche lo stesso Di Maio e Salvatore Micillo, entrambi già eletti nell'uninominale. Alla fine così ci sono tre caselle a cui dare il nome di un eletto. Ma il movimento non ne ha più. La legge infatti prevede che in questi casi vada a cercare l'eletto in un altro collegio plurinominale della stessa circoscrizione, li dove la lista abbia i resti maggiori. Caso vuole che in entrambi i due collegi "fratelli", a Napoli città e in quello di Nola-Portici, siano pure già scattati tutti i nomi disponibili. Terza stazione: a questo punto la legge prevede anche la possibilità di ricorrere al migliore dei non eletti all'uninominale, ma anche qui il Movimento ha già vinto tutti i collegi.
Rimane la soluzione più amara: i nominandi deputati vanno cercati nei migliori collegi plurinominali, ma su scala nazionale, cioè potranno venire dal Piemonte come dalla Calabria, dall'Emilia come dalla Sardegna. Il Movimento non può fare altro che attendere il verdetto della Corte d'appello, che verrà solo al momento della proclamazione ufficiale degli eletti. A determinare questo esito è in parte proprio il boom della lista, molto concentrato attorno a Napoli. Nell'intero collegio plurinominale si sono avuti 344.316 voti, pari al 67,7 per cento. Prestazione di gran lunga migliore dei due collegi vicini. Napoli città (232.649 voti e 52,6 per cento) e Nola-Portici (251.394 voti e 51,1 per cento). Scendendo ancor più nel dettaglio, si scopre che a tirare questa volta sono i tre collegi uninominali più votati in assoluto nell'intera regione: quello di Di Maio, Acerra-Pomigliano, vinto dal candidato premier con 95.219 voti e 63,4 per cento; quello vicino di Casoria, che ha promosso il suo braccio destro Vincenzo Spadafora, con 88.093 voti e il 59,4 per cento; infine quello di Micillo, nella Terra dei fuochi di Giugliano, con 87.829 voti e il 57,9 per cento. Nel collegio inoltre sono maturati anche due seggi inattesi, per Leu e Lega. L'intero collegio aveva infatti assegnati 8 posti, ma se ne è visti riconoscere ben 10, mentre Napoli e Nola-Portici hanno eletto solo 5 nomi in luogo dei 6 previsti. Gli 8 posti assegnati sono andati 5 a M5s, 2 a Forza Italia (eletti Antonio Pentangelo e Marta Fascina, che subentra a Mara Carfagna già eletta a Napoli), e 1 al Pd (Gennaro Migliore). Ma il gioco dei resti ha premiato poi anche Michela Rostan per Leu (a scapito di Arturo Scotto a Napoli) e Pina Castiello per la Lega (a scapito di Gianluca Cantalamessa a Nola-Portici). Quest'ultimo almeno ha recuperato facendosi eleggere in un altro collegio, a Scafati. Scotto invece è rimasto fuori dal nuovo parlamento.
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