Fonte: La Repubblica Napoli
«La segretaria regionale. Assunta Tartaglione, non ho capito se si è dimessa. Bisogna essere netti, dare solo una disponibilità non basta. Rispetto a una situazione così drammatica è incomprensibile. Bisogna ripartire da zero e ricostruire con umiltà una forza riformista per il Sud». Leonardo Impegno, deputato uscente polemicamente non ricandidato per sua scelta, due giorni fa ha chiesto con forza le dimissioni della segretaria campana Tartaglione. Impegno, perché arriva questa sua richiesta così vigorosa ? «In questi anni chi ha guidato il partito in Campania si è limitato a gestirne il declino. Le avvisaglie sono state numerose e gli errori politici molto evidenti. La sconfitta è stata drammatica in Italia e clamorosa al Sud. In Campania ancor di più dove perdiamo 6,5 punti rispetto al dato nazionale. È evidente la responsabilità di tutto il gruppo dirigente locale, me compreso. Sono stato troppo disciplinato e responsabile. Per il bene della mia terra, questo non accadrà più. Perché adesso ne va della sopravvivenza del Partito democratico. In questi anni non abbiamo compreso il senso di abbandono e insicurezza delle persone nel Sud e non abbiamo lavorato per aprire il partito alle istanze. Quando mi sono impegnato contro il caro assicurazione auto, i miei avversari erano anche nel Pd del Nord».
Quale futuro per il Pd ? «Oggi la sfida è tra modernizzazione e assistenzialismo, bandiera dei Cinque stelle, ma così si perde il futuro produttivo del Paese. Non bisogna lasciare dietro nessuno, ma senza rinunciare a un rapporto tra il Sud e l'Europa fatto di investimenti e sviluppo. Questa è la sfida. Il prossimo congresso nazionale del Pd dovrà dunque sancire la nascita di un partito veramente federale. In questi anni il Sud non è stato rappresentato. Per la prima volta non c'è stato un ministro napoletano e ora ci troviamo a competere con un potenziale premier di Pomigliano. I Cinque stelle hanno fatto un forte investimento sulla classe dirigente del Mezzogiorno. Il Pd, invece, si è illuso affidandosi ai notabili locali». Si riferisce anche al presidente della Regione, Vincenzo De Luca? «No. Credo che anche le buone esperienze locali, se non incrociano le politiche nazionali, rischiano di regredire e di perdersi». Vuole dire che De Luca è rimasto isolato? «Il Sud è rimasto isolato. Ora Di Maio risponde con il reddito di cittadinanza. Penso sia una risposta impraticabile, ma è un'idea». Perché ha rinunciato a ricandidarsi? «Per queste ragioni. Nella scelta delle candidature è prevalsa la solita logica correntizia. Da militante ho comunque fatto la campagna elettorale nel mio collegio».
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