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mercoledì 16 gennaio 2019

Shoah: “Ragazzi non dimenticate”

Vico Equense - “In un attimo furono divisi gli uomini dalle donne e lasciai per sempre la mano del mio papà”, queste parole sono di Liliana Segre, una delle poche testimoni ancora in vita della Shoah, e ricordano il terribile momento in cui lei arrivò ad Auschwitz e fu subito separata dall’unica persona cara che aveva, suo padre, che non rivide mai più: “Mi trovai in fila, scelta per caso, con altre 30 donne italiane per entrare ad Auschwitz…” Il 27 gennaio si celebra la 19esima Giornata della Memoria, la ricorrenza internazionale per ricordare le vittime dell'Olocausto. Liliana Segre, senatrice a vita, è una sopravvissuta. Un tatuaggio sul braccio col numero 75190 la individua come una prigioniera nel campo di sterminio di Auschwitz–Birkenau dove fu deportata il 30 gennaio del 1944 dai binari sotterranei della stazione di Milano Centrale. Durante la prigionia subì tre selezioni alle quali scampò miracolosamente e alla fine di gennaio del 1945 affrontò la marcia verso la Germania in seguito all’evacuazione del campo. Fu liberata il 1° maggio del 1945 dal campo di Malchow. La senatrice Segre da trent'anni continua la sua opera di testimonianza, e ieri parlando agli studenti ha detto: “Sono pessimista e penso che dopo la morte dell'ultimo di noi la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più. I sopravvissuti hanno un debito verso i 6 milioni che sono morti solo per la colpa di essere nati”. La senatrice chiede ai ragazzi di ricordare la sua amica Janine, che ogni giorno lavorava in fabbrica al suo fianco, aveva perso due dita in un macchinario e non passò la selezione. “E io in quel momento fui terribile: non mi voltai a guardarla. Da allora ho questo rimorso. Se volete ricordare qualcosa della giornata di oggi — si è rivolta ancora Segre agli studenti — ricordate Janine: era francese, dolcissima, aveva forse 22 anni, occhi azzurri, capelli biondi. Se qualcuno viene ricordato, non è morto invano.”.

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