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giovedì 2 settembre 2021

Stabiae Liberata, visite teatralizzate alla scoperta di Libero D'Orsi

Un viaggio nella storia di un archeologo "romantico", visite serali il 3 e 4 e il 10 e 11 settembre alle ville romane di Stabiae, a Castellammare di Stabia, per un progetto di Casa del Contemporaneo per Scabec e Regione Campania, con la consulenza scientifica del Comitato per gli Scavi di Stabia e in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei.

Castellammare di Stabia - E così il viaggio teatrale, pensato e scritto dal regista Fabio Cocifoglia di Casa del Contemporaneo per il racconto spettacolo dal titolo “Stabiae Liberata - dalle memorie di Liberato D’Orsi l’incredibile storia della riscoperta di Stabia Antica” proposta nell’ambito del programma Campania By Night 2021 a cura di Regione Campania e Scabec, non poteva che tradursi in un lavoro “immersi nella polvere del tempo, testimoni (della storia) al servizio della Storia, dell’Arte e della Bellezza, un bene di e per tutti” realizzato con la consulenza scientifica di Comitato per gli Scavi di Stabia in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei. Dove sta Stabiae? Il giovanissimo Libero D’Orsi, all’anagrafe Liberato, iniziò a porsi questa domanda percorrendo le strade dell’antica Pompei e ascoltando i racconti della vicina Ercolano. Dov’era sepolta la città antica della sua Castellammare? Scomparsa o mai esistita?

 

Quello che non si ricorda, infatti, rischia di non essere mai esistito. Ed è tanto più vero quando questo ha a che fare con la storia degli uomini e la bellezza: entrambe racchiuse nelle Villa San Marco e Villa Arianna, alcuni dei siti archeologici riportati alla luce dagli scavi condotti dal D’Orsi negli anni ’50 e ‘60 del Novecento e oggi ambientazione delle pièces teatrali di Casa del Contemporaneo. Due uomini, due amici, un Preside ed un bidello - interpretati dallo stesso Cocifoglia e da Giampiero Schiano - ne sono protagonisti. Due dimensioni di uno stesso racconto in un unico dialogo fra il “sopra” a Villa San Marco, dove un rapido incedere fra gli episodi salienti della vita di Liberato ci restituiscono il personaggio storico - ciò che appare - e il “sotto” a Villa Arianna, in cui il fuoco della narrazione sarà l’uomo più che le sue vicende - ciò che è nel profondo. Un ritorno fra i banchi di scuola, territori nativi affinchè la bellezza possa essere ad appannaggio dei molti e non dei soliti pochi. Già perché mentre gli italiani, stabiesi inclusi, provavano a reinventare loro stessi dopo la guerra, Liberato D’Orsi, che come docente aveva girato l’Italia in lungo e in largo, nel 1946 era rientrato nella sua città natale come Preside della Scuola Media e nel 1949 aveva ottenuto l’incarico di ispettore onorario alle Antichità e Belle Arti. Quale migliore occasione per trovare risposta alla sua domanda di sempre, allestendo una squadra di professionisti per avviare le indagini di scavo. “Li ho chiamati, li ho catechizzati e ho detto loro – forse una parola un po’ antipatica – ho detto: sentite, alla superficie della terra siamo quello che siamo, o meglio, quello che gli altri ci han ridotti a essere. Sotto terra siamo uomini, e che uomini! Volete essere grandi uomini? Allora venite a scavare. Hanno detto di sì, e siamo andati”. Un uomo appassionato, l’‘archeologo romantico’, che oltre ai luoghi della memoria storica ed artistica ci ha lasciato tante parole, attraverso i suoi tanti scritti, in particolare “Come ritrovai l’antica Stabia” e “Il mio povero io”, e i pochi - ahi noi - video, che oltre ai temi ci restituiscono quella vivacità, quell’ironia ed il coraggio che sempre lo hanno accompagnato e che hanno trasmesso a noi il dovere e la responsabilità di dar voce alle sue parole e ci auguriamo al pubblico il piacere di ascoltarle.

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