Manifestazione nella città che si affaccia sul Mar Nero: Russia spara colpi avvertimento
Vico Equense - «Kherson è Ucraina». Lo hanno gridato in tanti davanti ai soldati russi, in piazza della Libertà, nel centro di Kherson, città dell’Ucraina meridionale, la prima a cadere lo scorso 2 marzo e oggi protagonista di una lunghissima manifestazione che ha spinto l’esercito fuori dal centro, almeno fino a sera. A Kherson sono bloccati i piccoli Alex, che compirà tre anni a giugno, e Leo, un anno ad aprile, con la madre Maria, 30 anni, che ha spostato un marittimo di Vico Equense. A raccontare questi giorni terribili è la zia dei bambini, Concetta Chierchia, che dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno ha reso noto ciò che sta vivendo la sua famiglia. Lo scorso gennaio, Maria si è recata in Ucraina per riabbracciare i genitori, portando con se i piccoli. Adesso sono bloccati sotto le bombe nella città che affaccia sul Mar Nero da quando è iniziata la guerra. “Sono preoccupatissima - riferisce Chierchia al Corriere del Mezzogiorno - perché i militari di Putin hanno minacciato di sparare su chiunque esca di casa. Ora vedo le immagini di quelle persone che protestano e temo possa verificarsi una carneficina”. Sui social è stato pubblicato un video in cui un manifestante sale sul carro armato russo e sventola la bandiera ucraina.
La scena è stata immortalata e rilanciata dai media. Giorni fa gli abitanti di Kherson si erano ribellati all’invasione della città sdraiandosi davanti ai mezzi degli occupanti. Anche in quel caso i mitra russi avevano sparato contro i manifestanti per disperderli. Ma le proteste continuano. Secondo le notizie diffuse nel pomeriggio, ora italiana, del 5 marzo, la manifestazione a Khersov è riuscita ad allontanare i militari russi dal centro della città. A darne notizia è la testata Nexta sui suoi canali Telegram.
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