I bimbi hanno 3 e un anno, con la madre sono bloccati in Ucraina
Vico Equense - Putin non si ferma. L'offensiva militare russa prosegue senza sosta, con bombardamenti e città sotto assedio. Nella notte tra mercoledì e giovedì i soldati sono entrati a Kherson, nel sud dell’Ucraina, il primo grosso centro abitato dall’inizio dell’invasione. La città si trova in una posizione strategica per l’avanzamento delle truppe russe. Lì sono bloccati Alex e Leo che hanno tre e un anno, con la madre Maria, 30 anni, che ha spostato un marittimo di Vico Equense. A raccontare questi giorni terribili è stata la zia dei bambini, Concetta Chierchia, che dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno ha reso noto ciò che sta vivendo la sua famiglia. Lo scorso gennaio, Maria si è recata in Ucraina per riabbracciare i genitori, portando con se i piccoli. Adesso sono bloccati sotto le bombe di Kherson e la paura è tanta. La strada più vicina per mettersi in salvo è quella verso la Moldavia, che tuttavia dista ben 900 chilometri. Sarebbe un viaggio lunghissimo, pieno di pericoli. Non è detto neanche che una volta raggiunta la frontiera sia semplice uscire dall’Ucraina. Da qui l’appello al ministro degli Esteri ed all’Ambasciata italiana che da Kiev si è trasferita a Leopoli, una decisione dettata dalla necessità di assicurare la piena operatività della sede diplomatica a sostegno dei connazionali. “C’è bisogno che qualcuno vada a prendere lì Maria ed i suoi bimbi. Leo ed Alex sono cittadini italiani. Non abbandonateli”.
Intanto a Vico Equense sono giorni di attesa e di preoccupazione. La famiglia è molto conosciuta e stimata, in tanti seguono l’evolversi della vicenda chiedendo ragguagli in tempo reale con telefonate e visite a casa. Il secondo round di negoziati tra la delegazione ucraina e quella russa, non ha portato a grossi risultati, esattamente come ci si attendeva. Non ci sono sviluppi in ambito militare, ma c'è un piccolo avanzamento almeno a parole in ambito umanitario. Le parti avrebbero trovato un accordo per creare dei corridoi umanitari per consentire di fuggire ai civili che si trovano nelle aree di guerra. Per ora, tuttavia, non ci sono notizie di come e quando questi corridoi umanitari potranno essere realizzati.
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