Vico Equense - Il dibattito sull'autonomia differenziata continua a tenere banco in Italia, spaccando in due il Paese tra contrari e favorevoli alla riforma. Le polemiche non si placano e con esse neanche le preoccupazioni di alcune regioni del Sud, con la Campania sin dall'inizio in prima linea contro il progetto del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli. L’autonomia differenziata è infatti, da mesi, la battaglia più importante portata avanti dalla Lega. “E che, come tale, rappresenta gli interessi principalmente del Nord Italia, trascurando totalmente l’impatto che il decreto avrà sul futuro del Meridione”. A dirlo è il consigliere regionale dell’UdC, Gennaro Cinque, che interviene nel dibattito promosso da Metropolis, difendendo al di là delle appartenenze politiche e degli schieramenti le ragioni del Sud: "Una proposta che, di fatto, è l’esatta antitesi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – continua Cinque -, la straordinaria opportunità che si presenta per i nostri territori per abbattere i divari e ridurre il gap che persiste tuttora tra Nord e Sud. Con i fondi del Pnrr abbiamo davanti a noi l’epoca dei “costruttori”, per citare il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: una storia di cambiamento, di rinascita, di rigenerazione urbana e sociale che richiede competenza, professionalità e soprattutto una regia strutturata per mettere a punto tutti gli interventi entro le scadenze stabilite, senza sprecare neanche un istante per una rivoluzione territoriale del tutto simile a quella del dopoguerra, con il boom economico che all’epoca ne è scaturito.
Parlare di Autonomia oggi vuol dire introdurre un meccanismo che disorienta, che manda in confusione anche i singoli Enti locali, che si trovano nella condizione di riprogrammare i percorsi di crescita, non potendo conoscere oggi quelle che saranno le risorse a disposizione. Penso, ad esempio, alla Sanità, che è competenza delle singole Regioni, ma i cui effetti ricadono direttamente sui territori. Ma più in generale penso ai Lep, le prestazioni minime per la vita come la scuola o la casa. Tutto questo non può essere delegato alle Regioni, - aggiunge Cinque - ma deve giocare un ruolo importante lo Stato. È però fondamentale attuare l’uguaglianza di qualità nei servizi di cui parlavamo prima. Oggi più che mai è inaccettabile il ridimensionamento scolastico a danno essenzialmente del Sud ed è altresì non condivisibile l’ipotesi di residuo fiscale trattenuto dalle Regioni a maggiore capacità fiscale. Certo, dinanzi ad un decreto in grado di assicurare una vera equità sociale ed una distribuzione uniforme dei servizi, andremmo verso una direzione ben diversa rispetto a quella che emerge dalla bozza Calderoli. E in tal senso mi appello al rigore morale indiscusso e alla diplomazia del Premier Giorgia Meloni, affinché si faccia mediatrice delle esigenze dei territori, rispetto alle visioni di parte delle reminiscenze della Lega Nord. Una reminiscenza che va anche a sbattere contro la storia, dato che il Nord sin dall’Ottocento si è battuto per l’autonomia, mentre il Sud non ha alcuna tradizione di autonomie locali. E la storia, si sa, è maestra di vita e ci insegna a riconoscere le cose buone e quelle sbagliate, evitando che queste ultime possano ripetersi nel tempo” conclude il consigliere regionale Gennaro Cinque.
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