Vico Equense - Una mattinata trascorsa tra la chiesa della Santissima Annunziata (ex Cattedrale) e il Museo Aperto Antonio Asturi di Vico Equense. La visita è stata organizzata dall’ex dirigente della Soprintendenza Beni storico artistici di Napoli Ida Maietta e dal suo gruppo la “Compagnia del bello”. La dottoressa Maria Celeste Sorrentino, autrice del libro «La Cattedrale di Vico Equense tra Medioevo e età moderna», ha raccontato la storia e le vicende civili e religiose che hanno accompagnato gli otto secoli di storia di questo tempio, stimato dagli esperti quale vero e proprio gioiello architettonico di stampo gotico, che per la sua incomparabile posizione a picco sul mare, su uno dei costoni rocciosi della Penisola Sorrentina, ha incantato grandi pittori, come Pitloo, Gigante e Ščedrin. Il gruppo ha anche visitato, sotto la navata principale della Chiesa della Santissima Annunziata, una mostra di arredi sacri. L'esposizione accoglie abiti pontificali appartenenti ai vescovi, vestiti canonicali, oggetti liturgici per la celebrazione, libri, il pastorale di Monsignor Natale e alcune donazioni di privati. Tra i dipinti anche quattro quadri a soggetto sacro del maestro Antonio Asturi e il “San Gennaro repubblicano” di Armando De Stefano. La "Compagnia del bello" si è poi spostata in piazzale Giancarlo Siani, sede del museo dedicato al pittore Antonio Asturi. Qui la dottoressa Ida Maietta, grazie alla partecipazione di Salvatore Guida, nipote dell’artista, si è soffermata sull’esperienza futurista di Asturi: il suo percorso fu un continuo viaggio, curioso e attento su quanto avveniva attorno a lui, sfuggendo a definizioni che lo potessero imbrigliare, pur assorbendo stimoli e impulsi seppe mantenere la propria autonomia, fu amico dei futuristi ma non fu mai un futurista. Molti critici e storici dell’arte hanno sorvolato sull’influenza che l’artista subì durante il secondo periodo del futurismo dai padri fondatori. Antonio Asturi conobbe e ritrasse i suoi più autorevoli esponenti; Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Giovanni Papini, Fortunato Depero, Massimo Campigli, Emilio Notte.
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