di Pasquale Raicaldo La Repubblica Napoli A Capri non ci sono più mezze misure. Basta passeggiare per via Camerelle, la deliziosa stradina dello shopping, per toccare con mano la polarizzazione del turismo. L'isola azzurra attrae, da un lato, orde di visitatori mordi- e fuggi, poche ore in giro tra la piazzetta e i belvedere e pranzo possibilmente al sacco, prima di rientrare nel caos di Marina Grande, un ultimo selfie e via, di ritorno in terraferma o nella più economica Ischia; dall'altro flussi elitari, tecnicamente si definirebbero altospendenti, in grado di pagare non meno di mille euro a notte. E se la virtù sta proverbialmente nel mezzo, Capri ha un problema. «Altroché se lo ha. Il turismo giornaliero ha letteralmente cannibalizzato l'isola, tra folle e caos agli imbarchi, resse sulle spiagge e servizi pubblici ingolfati, funicolare in primis», denuncia Teodorico Boniello, presidente della sezione caprese dell'Unione nazionale dei consumatori. «Questi flussi sono un boomerang - aggiunge - perché disincentivano i turisti innamorati di Capri, in particolare di quella fetta di italiani che programma vacanze medio- lunghe ad agosto, e snaturano l'identità di questo territorio». Sono stati 333.713 gli arrivi a luglio, martedì sono sbarcate 13.360 persone, mercoledì 13.326. Sarà la media quotidiana di agosto.
Un turismo invadente: non bastano il divieto di bivacchi sulle scale della piazzetta o sanzioni esemplari, come per i centauri sorpresi tra i tornanti pedonali di via Krupp. «Ci sono impatti significativi sulle infrastrutture e sulla gestione dei rifiuti, sulla vivibilità dell'isola e sull'ambiente » , conferma l'editore caprese Luigi Louis Molino, esperto di marketing turistico. E l'overtourism, qui più che altrove, stride con la Dolce vita, concentrata invece negli hotel pentastellati, nei ristoranti chic, negli yacht di lusso che continuano a ormeggiare in rada (dove ha fatto tappa Koru, il maxi veliero di Bezos, Mr Amazon). E, naturalmente, alla Taverna Anema e Core: l'ingresso costa 60 euro. Isole nell'isola, invisibili ai più. «Quello che sta succedendo qui, la sopravvivenza di due fasce estreme - una ricca e una legata ai tour organizzati, spesso di scarsa qualità, ancor più spesso interessati a vendere il nome di Capri per accalappiare clienti - è ciò che accade in contesti anarchici, dove manca una governance turistica » , analizza il presidente di Federalberghi Capri, Lorenzo Coppola. «Occorrono regole efficaci e più concertazione tra pubblico e privato, a noi interessa che l'isola piaccia sia allo sceicco che all'operaio. Oggi c'è un pericoloso inasprimento sociale del rapporto tra residenti e turisti: la loro convivenza è cruciale». I residenti, infatti, storcono il naso. «Con menu a cifre blu anche nei ristoranti un tempo più abbordabili, per noi è diventata difficile la vita d'estate» , annuisce Mario Coppola, molto attivo in campo culturale con l'associazione culturale Capri in Arte. «Con poche spiagge pubbliche, tutte super affollate, prezzi maggiorati e case in fitto introvabili, Capri non è più un'isola per capresi » , aggiunge Boniello. Già, la questione dei fitti è uno dei temi caldi dell'estate. Ai proprietari frutta di più, molto di più, fittare un appartamento per brevi periodi ai turisti piuttosto che annualmente a isolani o pendolari. «E per assumere lavoratori stagionali molti albergatori sono stati costretti a offrire loro anzitutto l'alloggio», rileva ancora il numero uno degli albergatori, Lorenzo Coppola. Nei giorni scorsi il Comune di Capri ha dato il via ad accertamenti e controlli su b&b e case vacanza: basterà? Quanto ai prezzi, basta il caro vita a giustificarli? Se l'accesso ai lidi esclusivi (come il beach club "Da Luigi ai Faraglioni", tra i lidi più cari d'Italia secondo il Codacons) è da tempo roba per pochi, la notizia è un aumento diffuso anche nella fascia media di bar e ristoranti: difficile pagare meno 100 cento euro a persona per una cena. Per una notte, invece, il costo medio di una camera o di un monolocale è di 300 euro. La conseguenza è semplice: la Piazzetta a mezzogiorno pullula di vita, di sera pare invece spegnersi un interruttore. «I prezzi sono una questione di allineamento tra domande e offerta: i ristoranti hanno più clienti che coperti, il caro vita fa il resto», spiega il presidente degli albergatori, Lorenzo Coppola. Ultima ma non ultima, la questione ambientale. «Capri ha le carte in regola per mettere a sistema le sue passeggiate e i suoi paesaggi, la sua natura e le sue coste, ma non c'è la volontà di farlo», taglia corto Anita de Pascale, che combatte da anni, con un comitato ad hoc, per l'istituzione di un'area marina protetta. L'iter è avviato, ma l'isola pare prendere fatalmente un'altra direzione. «C'è un boom di barche che arrivano dalla penisola, attraccando ovunque. - annuisce - Nascono piscine dappertutto, nel chiuso delle ville private, non di rado dopo aver abbattuto alberi» . «Serve una pianificazione seria. - sentenzia l'editore Luigi Louis Molino, esperto di marketing turistico - Fare squadra per tutelare il fragile equilibrio dell'isola, la qualità dell'accoglienza e della vita, l'esperienza del turista e l'identità stessa dell'isola, indirizzandola verso un turismo ecosostenibile».
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