di Tiziano Valle - Metropolis
Castellammare di Stabia - Una variante urbanistica per consentire la realizzazione del nuovo ospedale di Castellammare nell’ex complesso delle Nuove Terme. E’ questo il mandato che i commissari straordinari del Comune stabiese hanno affidato al dirigente all’Urbanistica, Guglielmo Pescatore, con l’obiettivo di accelerare i tempi rispetto all’iter autorizzativo del progetto. La predisposizione di una variante urbanistica conferma che Regione Campania e Comune di Castellammare sono già nella fase operativa di un’opera destinata a cambiare il volto della città e anche dell’assistenza sanitaria su tutto il territorio. La Regione Campania, d’altronde, già lo scorso 11 settembre ha provveduto a saldare i 13,2 milioni di euro necessari per completare l’acquisto della struttura, così come concordato con la Sint (società partecipata del Comune, proprietaria del complesso immobiliare) e il Tribunale di Torre Annunziata, che nei prossimi giorni metterà il timbro definitivo sulla procedura. Una formalità che non rallenta affatto un percorso che ormai procede spedito, perché la Regione Campania ha deciso di stanziare 180 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale di Castellammare, impegnando la somma dalla prossima programmazione dei fondi europei. Segno che nel giro di pochi anni, la giunta guidata dal governatore Vincenzo De Luca conta di dare alla città una nuova struttura ospedaliera più funzionale e rispondente a ciò che negli anni è diventato il San Leonardo, ovvero un punto di riferimento per l’assistenza sanitaria su tutto il territorio.
Del nuovo polo ospedaliero farà parte anche l’Hotel delle Terme, mentre il parco idropinico e il centro congressi torneranno nella disponibilità del Comune di Castellammare di Stabia, come risarcimento per i circa 4 milioni di euro di crediti vantati nei confronti della Sint. La necessità di arrivare a una variante urbanistica, tuttavia, dipende anche dalla mancata approvazione del nuovo Puc (Piano Urbanistico Comunale). Un iter che sembra vivere una lunga fase di stallo, dopo la bocciatura arrivata lo scorso febbraio da Città Metropolitana. Nello strumento urbanistico che dovrebbe offrire regole e tempi certi, rispetto allo sviluppo del territorio, adesso entrano di prepotenza anche due aree che possono diventare strategiche e sulle quali diventa fondamentale ragionare. La prima è proprio il parco idropinico del Solaro, rispetto al quale negli anni sono state avanzate diverse ipotesi: dalla possibilità di una destinazione turistico-ricettiva, fino a quella di struttura che potrebbe ospitare una facoltà universitaria. La seconda è quella dell’attuale San Leonardo, perché con l’apertura del nuovo presidio avrebbe poco senso avere una sorta di clone in viale Europa.
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