La ricerca. Il 63,5% dei campani ha difficoltà a raggiungere i presidi salvavita. Nessuno fa peggio in Italia
I Pronto soccorso in Campania non sono solo un'emergenza per le condizioni difficili in cui sono costretti a lavorare i medici e gli infermieri, ma anche perché è sempre più difficile per i cittadini riuscire a raggiungere questi presidi salvavita in tempi ragionevolmente brevi. Quello che emerge dal report dell'Istat sui servizi di pubblica utilità è per molti versi allarmante: più di una famiglia campana su due ha difficoltà a raggiungere il Pronto soccorso più vicino. Una difficoltà tutto tranne che secondaria, quando in gioco può esserci anche la vita.
LA DIFFICOLTÀ DI GIUNGERE AI PRESIDI
Per la precisione, la percentuale di coloro che non riescono a giungere facilmente in questi presidi è addirittura del 63,5%. Un numero mostruoso che si iscrive di diritto in un altro di quei parametri che misurano il diritto alla salute troppe volte negato nella regione. Non a caso, nessuno in Italia fa peggio in quanto a difficoltà dei cittadini. La media nazionale, spiega sempre l'Istat è di gran lunga inferiore: «Una famiglia italiana su due, il 50,8%, ha difficoltà a raggiungere il pronto soccorso, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al 2022», spiega il report. Il che vuol dire che il dato della Campania è superiore di ben oltre i dieci punti percentuali.
IL DIVARIO TERRITORIALE
L'Istat aggiunge poi che «le percentuali più elevate si evidenziano al Sud, con circa sette punti più della media nazionale, seguono le Isole e il Centro, rispettivamente al 52,7% e 52,4%». Lo studio evidenzia poi che «in oltre 11 Regioni la percentuale di famiglie che non riesce a raggiungere facilmente questo servizio supera la media nazionale: la più alta si registra in Campania (63,5%), seguita da Calabria (62,5%), Liguria (58%) e Puglia (57%)». «La dimensione dei Comuni di residenza - prosegue l'Istat - influenza fortemente il livello di difficoltà delle famiglie, poiché si lega alla dislocazione dei punti di Pronto soccorso sul territorio: nei Comuni centro dell'area metropolitana la percentuale è pari al 43,8% mentre nei Comuni piccolissimi (al di sotto dei 2mila abitanti) sale al 68,6%».
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