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mercoledì 7 febbraio 2024

Vico Equense. Cultura, Museo Aperto Antonio Asturi: 5 anni senza un Curatore

Vico Equense - Il MAAAM a Vico Equense, lo spazio espositivo dedicato al pittore Antonio Asturi, un percorso museale diffuso all’interno della nuova casa comunale, nato con l'obiettivo di avvicinare l’arte a tutta la popolazione, annullando le distanze culturali e sociali che ne limitano a poche categorie la conoscenza, dal giugno del 2019 è senza un Curatore. La nomina di un nuovo esperto che rilanci il museo, trasformato in una sala per matrimoni, non è stata mai ufficializzata e neanche se ne vedono i presupposti per trovarne uno nuovo. In un passo di un’intervista al settimanale Agorà del settembre 2017, l'Avvocato Benedetto Migliaccio, oggi vice sindaco della Città di Vico Equense, disse: “Sono pesantemente disgustato da come sono state trattate le idee che ne erano alla base; forse troppo avanguardistiche per una certa mediocrità imperante! Se ho un’ottica da chierichetto, ritengo che celebrare i matrimoni al Museo sia meraviglioso, ma se sono un viaggiatore aperto al mondo mi rendo conto che Vico ha bisogno di una vetrina attraente ed attrattiva, il Museo dei Musei, dei Paesaggi e del Territorio, meglio ancora se ciò avviene sotto lo sguardo benigno ed attuale delle opere del Maestro! Ma vallo a spiegare!” Così parlava Migliaccio. Nel 2017, al momento dell’intervista, si poteva comprendere il motivo delle sue parole. Allora non c’erano proprio i presupposti per fare cultura. Infatti, nell’intervista  ribadisce: “La cultura è assente dai programmi dell'Amministrazione”. Oggi esistono presupposti nuovi per fare cultura a Vico Equense? Fatti tangibili non se ne vedono. Da anni la politica culturale in questa Città stenta a trovare la sua forma, non getta uno sguardo lungo oltre i mille ostacoli quotidiani della gestione cittadina. Questa è la sensazione serpeggiante.

 

Nessuno sforzo per la cultura, e anche questa amministrazione mi pare sia partita con il freno a mano tirato, che difficilmente può condurre in qualche luogo dalla prospettiva ampia. Quello che però la Città si aspetta e si merita è un progetto certamente di alto profilo ma soprattutto concreto, con meno retorica accademica e tanti fatti in più. Bisogna accelerare il cammino verso la nomina di un Curatore, che finalmente possa valorizzare un Museo dove sono esposte 38 opere che raccontano gli esordi dell’affascinate carriera artistica di un figlio della costiera, che dai suoi luoghi rincorreva gli esiti della grande stagione post-impressionista, con codici pittorici che guardavano ai grandi come Manet, Utrillo, De Pisis, Gigante, Mancini e Gemito; una corsa sulle tempere che racconta di spostamenti tra la Francia e la Spagna, la Grecia e la Tunisia, un vortice di pensieri che incrociano le vanità dell’arte tradizionale e il gusto eclettico del pensiero futurista.

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