Bacoli istituisce per delibera amministrativa il salario minimo. Lo annuncia il sindaco della cittadina flegrea Josi Gerardo Della Ragione: «È una svolta epocale! Abbiamo approvato la delibera - afferma - che introduce il salario minimo a Bacoli, in tutti gli appalti e le concessioni comunali. Chi lavorerà per il Comune, o chi si aggiudicherà una concessione demaniale o comunale, dovrà assicurare che nessun lavoratore dovrà guadagnare meno di 9 euro l'ora. Così difendiamo i bagnini, i barman, gli operai e i lavoratori sottopagati. Così difendiamo gli imprenditori perbene, della nostra città, che pagano stipendi dignitosi. Dalla spiaggia ai cantieri, dagli ormeggi alle mense, dai servizi esternalizzati ai servizi sociali ed ai lavori pubblici. Una svolta per un territorio in cui troppo spesso si è assistito a giovani, donne, padri di famiglia, trattati come schiavi. Un fatto gravissimo. Soprattutto quando ciò accade in spazi di proprietà pubblica. Così vogliamo mettere fine alla piaga dei "prenditori", e non imprenditori, che mortificano la nostra comunità. L'amministrazione comunale verificherà che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo di 9 euro l'ora. È una misura di dignità. A cui teniamo tanto». È quanto scrive in un post sulla sua pagina Facebook il sindaco di Bacoli, Della Ragione, entusiasta per aver istituito nella sua città il salario minimo garantito: tema politico che spesso ha diviso il mondo politico. «Ringrazio l'assessore Vittorio Ambrosino che ne è stato promotore - ha aggiunto Della Ragione - a nome del popolo bacolese.
Una delibera di giunta che entra nella storia del nostro paese. E che dedichiamo a quanti nella nostra terra, da sempre, hanno lottato per i diritti dei lavoratori. Politici, sindacalisti, operai. Una battaglia identitaria, una battaglia di tutti. Permettetemi una dedica speciale al compianto Giuseppe Scotto di Luzio, che ci ha stimolato a lavorare su questo argomento così importante. Insieme, superiamo ogni ostacolo. Ed il meglio deve ancora venire. Un passo alla volta». (Il Corriere del Mezzogiorno)
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