«È da irresponsabili
interrompere questa rivoluzione in
Campania».
Vincenzo De Luca tuona da Avellino, alla festa
dell'unità del Pd, e rimarca ieri la sua voglia di
ricandidarsi in Regione.
«Siamo un modello di rigore, trasparenza,
capacità amministrativa - attacca il
governatore - vorrei non perdere tutto questo
per fare un piacere a qualcuno».
Ed evoca nemici, interni e vicini al suo partito:
«Chi non ha perlomeno la capacità di
padroneggiare l'apparato amministrativo della
Campania, deve tacere».
Oggi arriva in commissione, in consiglio
regionale, la norma sul terzo mandato.
E ieri in serata, alla festa dei Giovani
democratici (Gd) a San Giovanni a Teduccio, è
il sindaco Gaetano Manfredi a dire la sua: «È
un mistero se De Luca si può candidare
attacca l'ex rettore - io non l'ho capito.
Leggo che c'è una legge elettorale in
Campania del 2009, sono passati 15 anni e la
riprendiamo.
Mi sembra una farsa questa cosa.
Non è che tutto il ragionamento politico di una
Regione di 6 milioni di abitanti può ruotare
intorno al tema della candidatura sì,
candidatura no».
C'è un punto di caduta politico: «Se pure De
Luca fosse candidabile - continua Manfredi -
c'è poi una scelta che è legata alla tenuta
della coalizione.
Una coalizione unita vuole De Luca candidato?
Bisogna partire dall'alleanza.
Questa Regione è una roccaforte del
centrosinistra, non possiamo perdere le
elezioni.
Sarebbe un suicidio politico».
De Luca insorge: «Chi decide sui territori?
Roma?
È tanto complicato dare la parola ai cittadini?
Siamo tornati a prima del pentapartito».
Ad Avellino lo Sceriffo di Salerno non
risparmia fendenti al Pd: «Oggi tutto è ridotto
a candidature, uno-due mandati, non
riusciamo ad attrarre l'interesse di un
giovane.
La Lega ha perso meta elettorato, i 5 stelle
pure, il Pd non ha recuperato uno solo di
questi cittadini ».
Di più: «La rapina che subisce la Regione sul
fondo sanitario - insiste De Luca - non ha
registrato posizioni di sostegno da parte del
Pd, quando si tratta di accaparrarsi risorse
non esistono bandiere di partito».
E il carico da novanta sul partito campano:
«Commissariato da due anni, avviene solo
nella Corea del Nord».
Il governatore rilancia: «Non credo sia uno
scandalo parlare del numero dei mandati.
Ma devi introdurre questo criterio per tutti.
Non puoi porre sbarramento solo per chi è
eletto dai cittadini, poi parlamentari, ministri,
possono essere candidati a vita».
Alla festa dei Gd, insieme alla presidente del
consiglio comaunle Enza Amato e
all'assessore del Comune Teresa Armato,
replica a distanza Marco Sarracino, deputato e
membro della segreteria dem: «Sulle cariche
monocratiche è diverso - spiega Sarracino -
Non condividiamo che si accentri nelle mani di
una sola persona, per tanto tempo, tanto
potere.
Per i parlamentari c'è un codice interno al
partito: dopo tre mandati finisci, e ci sono le
deroghe per particolari profili».
Intanto gli otto consiglieri regionali Pd
chiamati a votare sul terzo mandato il 5
novembre, chiedono che il Nazareno si
pronunci: «Il partito non impone niente -
chiarisce Sarracino non è vera la narrazione
che il partito impone altrimenti finiscono in
castigo.
Giusto che chiedano un confronto e si arrivi a
trovare insieme una soluzione che tenga il
partito unito».
De Luca spinge sul terzo mandato mentre il Pd
in Regione vuole cambiare la legge elettorale
per introdurre lo sbarramento al 3 per cento
che avvantaggia i partiti più grandi a scapito
di listini e partitini.
«Non ci possiamo permettere che uno si
sveglia la mattina - dice Manfredi - fa una lista
e si fa eleggere come consigliere regionale.
Così ognuno ha un partito familiare, una cosa
gravissima, che determina non trasparenza
del governo».
Ad Avellino De Luca tocca le corde degli
elettori: «Potrei vivere bene, andrei ovunque
alle cerimonie ma mi fa schifo.
Mi sto mutilando la vita, sono 4 mesi che non
vedo il mio nipotino.
Mi interessa combattere per cambiare la
realtà.
Non ho la lista di clienti.
Dieci anni fa, non trovavate nessuno che
diceva di essere campano: oggi trovate
giovani orgogliosi di dirsi campani».
A sentire un giovane, Giovanni Oliviero,
segretario dei Gd, non è proprio così: «Il terzo
mandato non esiste.
Da domani comitati generazionali devono
girare la regione per costruire il programma
politico, la coalizione.
E superare De Luca».
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