di Fiorangela d'Amora - Il Mattino
Castellammare di Stabia - San Leonardo ad alta tensione, aggressioni fisiche e verbali ai danni degli infermieri. La catena di eventi ormai non si conta più, incessante e sempre più violenta a farne le spese il personale del Pronto Soccorso dritto dal primario Pietro Di Cicco. L'escalation di violenza è iniziata la notte tra il 30 e il 31 ottobre. Un paziente sottoposto a terapia voleva liberarsi delle cannule e degli aghi, ha dato in escandescenza provando a lasciare il lettino su cui era sdraiato. Quando l'infermiera di turno è arrivata per calmarlo l'uomo le ha sputato in faccia e ha provato a colpirla al volto. La donna si è scansata dai colpi, ma è rimasta a lungo sotto choc per la violenza del paziente e ha ricevuto una prognosi di 5 giorni. Meno di 24 ore dopo, durante la notte di Halloween, un altro episodio per il quale è stato necessario l'intervento dei carabinieri. Il padre di un paziente ricoverato ha colpito un'infermiera e la guardia giurata che provava a difenderla. L'uomo è stato anche individuato e arrestato dai militari agli ordini del maggiore Giuseppe De Lisa, che gli hanno contestato anche il reato di rapina impropria, per essersi impossessato di materiale dell'operatrice sanitaria che ha avuto una prognosi di 10 giorni.
LE REAZIONI
«Non è giusto quello che ci accade - lamenta delusa l'infermiera - io assieme ai miei colleghi abbiamo lavorato anche negli anni del Covid, abbiamo visto morire tante persone. Quel trauma non l'ho mai superato e oggi ci troviamo ad essere noi vittime dei pazienti che vogliamo curare». Per l'ennesimo episodio anche la direzione dell'Asl Napoli3 Sud annuncia provvedimenti. «Un atto vile - afferma il direttore generale Asl Giuseppe Russo - che coinvolge operatori intenti a svolgere il proprio lavoro con il solo intento di assicurare a tutti gli utenti la migliore assistenza possibile. Come azienda sanitaria sporgeremo denuncia all'autorità giudiziaria. Nel contempo continueremo con le azioni rivolte al rafforzamento delle misure di sicurezza come quelle già attivate: postazione di polizia e sistema di soccorso punto a punto (chiamata immediata delle forze dell'ordine con collegamento diretto)».
LA SICUREZZA
Al San Leonardo di Castellammare è attivo anche il drappello di polizia, ma la misura non scoraggia nè i pazienti nè i loro familiari. D'altronde alle aggressioni fisiche si susseguono sempre più frequenti anche quelle verbali e le denunce non si contano. Nelle ultime 48 ore nel nosocomio stabiese si è passati dalle aggressioni fisiche a quelle verbali vivendo una tensione continua. Un lavoro in trincea nel pronto soccorso, rimasto uno dei pochi presidi aperti per l'area dei monti Lattari, stabiese ma anche per l'area torrese e vesuviana. «Questi episodi di violenza sono purtroppo una realtà sempre più frequente in tanti ospedali italiani, in particolare dopo la pandemia Covid, conseguenza di un sistema sanitario sotto pressione e di un'organizzazione che fatica a rispondere alle necessità dei cittadini. È urgente - ha detto il sindaco di Castellammare Luigi Vicinanza - che vengano aperti nuovi punti di pronto soccorso, per alleggerire il carico sulla struttura stabiese e garantire condizioni di lavoro più sicure per tutti gli operatori sanitari che ogni giorno svolgono il proprio lavoro con dedizione, nonostante condizioni spesso difficili e rischiose».
LA PROSPETTIVA
Una prospettiva piuttosto lontana per il governo regionale che invece tende ad accorpare i servizi differenziando gli ospedali sul territorio. Non basta il supporto del pronto soccorsi del Maresca attivo a singhiozzo, non basta quello dell'ospedale di Sorrento che gestisce il flusso della penisola ma ha una capienza molto inferiore rispetto a Castellammare. La carenza di personale è l'altro grande nodo che impedisce ai presidi di lavorare in tranquillità, gestendo un'utenza sempre più grande con un organico all'osso.
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