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sabato 2 novembre 2024

Terzo mandato De Luca avvisa il Pd "Potrei dimettermi"

Il pressing per far votare la norma per ricandidarsi: oggi si discute in commissione 

di Alessio Gemma - La Repubblica Napoli

«Se non vi sta bene neanche questa mediazione, allora mi dimetto io...». È il momento di massima tensione quando Vincenzo De Luca pronuncia queste parole davanti ai consiglieri regionali del Pd. Giovedì sera, interno Consiglio regionale. È la reale volontà del governatore? O un bluff? Intanto è una pistola carica poggiata sul tavolo. Significa far saltare i programmi di partiti e consiglieri che vogliono candidarsi tra un anno alle Regionali. Scompaginare i piani del Nazareno. Altro che elezioni in Emilia e Umbria. È uno scenario da Armageddon, tant'è che la frase successiva dello Sceriffo di Salerno suona come una minaccia anche peggiore: « Se non si vota questa norma - dice De Luca - si creano problemi anche al Comune di Napoli, perché salta la coalizione» . È la norma sul terzo mandato per la sua ricandidatura che doveva essere licenziata dalla commissione Affari generali in consiglio giovedì: ma è stata rinviata dopo l'intervento della segretaria Elly Schlein sui consiglieri dem che hanno disertato la commissione. Oggi è fissata di nuovo la commissione alle ore 15. Prima, alle ore 11, De Luca ha convocato tutti i consiglieri di maggioranza. Per martedì la norma deve approdare in aula. Nessun rinvio a dopo le Regionali, come invocato dal Nazareno. Il governatore non lo accetta. C'è un doppiofondo, però. Evocare le dimissioni non equivale solo a spezzare il cordone che il partito sta stringendo intorno ai consiglieri dem per non farli votare.

 

Ma svela un pericolo con cui De Luca deve fare i conti: senza Pd, non ci sono i numeri per la commissione che deve licenziare il testo prima di mandarlo in aula. Servirebbe la presenza dei consiglieri di opposizione e di tutto il resto della maggioranza deluchiana. E in aula è sul filo di un rasoio. «De Luca ha paura che altri si sfilino - spiega un consigliere della maggioranza - così la legge non passa» . Meglio dimettersi prima? « Il partito ci ha chiesto tempo e di aprire un dialogo » , ha spiegato giovedì sera il capogruppo Mario Casillo. Si è arrivati così alla mediazione citata da De Luca: «Si fa in aula una dichiarazione di voto: approviamo il terzo mandato, senza scegliere già il candidato presidente, che sarà indicato dopo dal partito e dalla coalizione » . Sarebbe De Luca in primis a votare o firmare questa posizione. « Guardate che l'unico che ci va male sono io - insiste il presidente coi consiglieri - Ho sempre detto che mi candido a prescindere, cosi direi che non è automatico. Faccio io questa brutta figura, però la data del 5 novembre non si tocca. Si vota » . Il fatto è che a molti dentro e fuori dal Pd sembra «un'accelerazione senza senso » . Ma De Luca sta provando a scavare anche una sua maggioranza dentro il gruppo dem composto da otto consiglieri. Occhio ai posizionamenti interni: Gennaro Oliviero e Franco Picarone sarebbero i più tentati dal voto per De Luca. Bruna Fiola invece si sarebbe già sfilata e avrebbe dichiarato di votare contro. Restano altri 5: Casillo, Massimiliano Manfredi, Erasmo Mortarulo, Maurizio Petracca, Loredana Raia. Di questi in commissione Affari generali siedono Manfredi, Mortarulo, Petracca. Sono i 5 che vorrebbe portare avanti l'unità del gruppo: una linea comune. Ma al Nazareno fino a ieri la mediazione proposta non convinceva. D'altronde chi la capirebbe: si concede il terzo mandato a De Luca, con la garanzia che il candidato sarà un altro. Tradotto: dai il lasciapassare al governatore di candidarsi contro il Pd? « Noi diciamo no al terzo mandato ovunque, mica solo in Campania » , spiega l'eurodeputato Sandro Ruotolo, membro della segreteria nazionale. Come a dire che l'eccezione deluchiana farebbe saltare la tenuta del partito a livello nazionale. Eppure dalle parti di via Santa Lucia ieri si ostentava sicurezza: i consiglieri dem alla fine si presenteranno oggi in commissione. Tutti o qualcuno. Si vedrà. E al Nazareno c'è chi predica realismo: «Poco male, cosi capiremo chi sta ancora col partito tra i consiglieri dem». Il segnale da Roma è stato già lanciato: altri 4 mesi di commissariamento del Pd campano affidato ad Antonio Misiani. «Le ore sono frenetiche per chi vive le frenesie - dice tranchant Fulvio Bonavitacola, vice di De Luca - noi siamo assolutamente tranquilli » . La quiete prima della tempesta?

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