Vico Equense - Quello di Antonio Asturi è il classico caso di un talento indiscusso e celebrato a livello internazionale che, tornato a casa, si scontra con l'indifferenza e la difficile gestione del patrimonio culturale locale. Nel 1953, il pittore portava i colori e le atmosfere della sua terra in Venezuela, partecipando a prestigiose esposizioni che ne consolidavano la fama oltreoceano. Asturi era un artista apprezzato, capace di catturare l'essenza del paesaggio e della vita quotidiana con una maestria riconosciuta in vari contesti internazionali. La sua arte, ricca di spunti, spaziava e dialogava con i movimenti del tempo, come dimostrano le mostre dedicate al suo rapporto con il futurismo. Oggi, il "Museo Aperto Antonio Asturi" di Vico Equense, che raccoglie una collezione permanente delle sue opere, non gode purtroppo di buona salute. Nonostante occasionali aperture in concomitanza di eventi locali o rassegne letterarie, la struttura soffre di una gestione discontinua e di una scarsa valorizzazione. La situazione è spesso oggetto di dibattito e malcontento tra i residenti, che vedono nell'abbandono del museo un'occasione sprecata per il turismo culturale della penisola sorrentina. Il Museo è spesso chiuso o non adeguatamente promosso, trasformandosi in una metafora amara del divario tra il prestigio internazionale dell'artista e la realtà locale. Il museo, che dovrebbe essere un fiore all'occhiello per la città, rischia di diventare un esempio di "archeologia culturale”: un'infrastruttura potenzialmente utile e preziosa, ma lasciata a se stessa e incapace di generare valore.1953
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