Pagine

venerdì 18 settembre 2009

Carcere Poggioreale: Scala "detenuti in attesa di umanità"

Continua il tour istituzionale nelle carceri campane del Capogruppo regionale de "La Sinistra", Tonino Scala. “A Poggioreale è negato anche il diritto alla salute”, sostiene il consigliere che chiede alla Commissione Sanità di invitare l' ASL NA1 a un tavolo istituzionale da convocare ad horas

Regione Campania - Tonino Scala, insieme a una delegazione dei Giovani Socialisti, accompagnati dal loro segretario nazionale Luigi Iorio, e ad Arturo Scotto responsabile del Mezzogiorno di Sinistra Democratica, ha visitato il carcere di Poggioreale. Il tour istituzionale del capogruppo regionale de “La Sinistra” è iniziato nel mese di luglio. Le visite hanno uno scopo ben preciso: fotografare la situazione delle carceri campane, in crisi da tempo, che rischiano il collasso definitivo in assenza di una strategia d’intervento da parte del governo nazionale e, per quanto di competenza, di quello regionale. “Incominciamo dai numeri. – dichiara Scala al rientro dalla visita al carcere di Poggioreale – Ogni giorno nella casa circondariale napoletana arrivano dai 35 ai 40 detenuti. La struttura potrebbe ospitarne 1.495, ma allo stato ne troviamo 2.290. Da qui a poco, questa cifra è desinata a levitare. Per la sospensione dei processi in atto, fra 6 mesi rientreranno nel carcere quanti aspettano il giudizio definitivo agli “arresti domiciliari”. Quindi i 2.290 detenuti ospitati oggi potrebbero diventare 2.600/2.800”. “Un sovraffollamento disumano e già denunciato. – continua il capogruppo - La casa detentiva è stata oggetto di una ristrutturazione. Nella nuova ala le condizioni di vita e igienico sanitarie sono migliorate. Ma la vecchia ala continua a fa registrare una situazione drammatica. Stipati in tanti in cellette minuscole, con servizi igienici quasi inesistenti. Ma ciò che necessita di una risposta immediata è l’assistenza sanitaria”. “Il trasferimento delle competenze sanitarie dal Dipartimento dell´amministrazione penitenziaria e dal Dipartimento della giustizia minorile del Ministero della Giustizia alle Aziende sanitarie è stato definito con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell´1 aprile 2008. – Spiega Scala - Per questo oggi stesso chiederò alla Commissione regionale alla sanità di convocare un istituzionale che veda la presenza dell’assessore regionale Mario Santangelo e l’ASL NA1, affinché si arrivi ad un programma articolato che nell’immediato garantisca l´assistenza e riabiliti le persone tossicodipendenti, e che miri anche al reinserimento attivando processi di formazione e attività lavorative. Ma per fare bisogna adeguare le strutture. Ristrutturare le case circondariali, aumentare l’organico, prevedere personale specializzato”. “Il Ministero deve stanziare dei fondi finalizzati a questo. – Sottolinea il rappresentante de “La Sinistra” - Sono convinto che la risposta al sovraffollamento delle strutture e alla crisi delle carceri non può essere la rincorsa alla costruzione di nuovi istituti di pena, magari con un ampliamento della gamma dei reati e un inasprimento delle pene previste ma deve passare attraverso una politica volta alla rieducazione e al reinserimento sociale, affettivo e culturale dei detenuti, in alternativa a soluzioni unicamente repressive e punitive destinate a riempire le carceri della popolazione più vulnerabile della nostra società”. “Da qui, - conclude Tonino Scala - l’appello alla Giunta regionale di garantire una costante vigilanza, di cercare soluzioni adeguate per il rispetto dei diritti umani e della normativa italiana e internazionale. Avere più rispetto della vita umana. Questo è un messaggio che le istituzioni devono veicolare con forza e con ogni mezzo. Per questo bisogna sapere anche informare per mantenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica e il dibattito nella società civile su quanto accade all'interno degli istituti di pena”.

Nessun commento:

Posta un commento

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.