“Le notizie provenienti da Castellammare di Stabia – afferma Luca Stamati Coordinatore provinciale Mozione Marino – a proposito dei due degli accusati di aver fatto parte del commando di fuoco che ha ucciso Gino Tommasino lasciano sgomenti. A leggere le cronache del quotidiano locale Metropolis i due risulterebbero militanti nello stesso partito del consigliere comunale. Il fatto che due presunti killer siano tesserati del partito democratico è agghiacciante e preoccupante. L’episodio, se fosse vero, metterebbe in risalto un pericolosa superficialità nel modo in cui si procede al tesseramento nei circoli di partito. Episodi precedenti che nella stessa zona hanno portato al commissariamento di circoli in importanti cittadine confinanti avrebbero dovuto consigliare più cautela e vigilanza nei responsabili del tesseramento. Al di là dei dovuti e rigorosi provvedimenti che siamo sicuri la commissione nazionale, regionale e provinciale di garanzia del partito assumeranno nelle prossime ore facciamo appello al partito, in tutte le sue componenti, a vigilare affinché la legittima competizione fra uomini e idee non degeneri in una corsa all’accaparramento indiscriminato e sconsiderato di iscritti a prescindere. Sarebbe un danno irreparabile per il partito democratico e per l’agibilità politico democratica nel nostro territorio. Siamo certi – conclude Stamati - che anche in vista delle prossime primarie del 25 ottobre la corsa al voto e ai votanti non sconfinerà nella superficialità e nella sottovalutazione del fenomeno.”
I moralisti Pd col super- killer in casa
Camorrista reo confesso di cinque omicidi e sospettato di avere ucciso un consigliere comunale della Margherita accusato di essere vicino ai clan era iscritto ai Democratici. Fosse stato del PdL, si sarebbero invocate le dimissioni di Silvio (di Davide Giacalone da Libero)
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.